Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha rilasciato nei giorni scorsi una dichiarazione che, c’è da scommetterlo, provocherà una ridda di commenti, sospetti di facile demagogia o, al contrario, consensi derivanti da una attenzione innegabile alle necessità di chi vive in condizioni più disagiate. Il tutto amplificato dal fatto che le dichiarazioni di Pisapia riguardano uno degli argomenti più caldi del momento: l’imposta Imu sulla prima casa.
Secondo quanto riportato dal’ ANSA, una delle maggiorni agenzie di stampa nazionali, al vaglio della Giunta guidata da Giuliano Pisapia ci sarebbe il progetto di abbassare l’aliquota dell’Imu prima casa per tutte quelle abitazioni giudicate come degradate. Stando a quanto riferito sempre dall’ANSA, l’ipotesi è quella di portare sotto allo 0,4% il parametro per questo tipo di immobili.
Senza alcun dubbio quella descritta dal Sindaco Pisapia all’ Ambrosianeum durante il suo intervento sarebbe un’iniziativa condivisibile; tuttavia il gettito fiscale deve essere tale da garantire l’introito previsto complessivamente e allora, gli è stato chiesto, dove trovare il denaro che verrebbe meno se chi abita in una casa degradata pagherà l’Imu con lo sconto?
La risposta è stata tanto prevedibile quanto, però, fumosa. A fronte di alcuni che pagheranno di meno, altri dovranno pagare di più e, nello specifico, quei milanesi che risiedono in case definite più ricche e moderne. Posto che però nè la modernità, nè la ricchezza nè, ahinoi, il degrado dell’immobilie sono voci presenti nei fogli catastali, come verranno definite le corrispondenze ai parametri indicati dal Sindaco Pisapia?
Nei prossimi giorni scopriremo se hanno ragione quelli che propendono per l’ipotesi di una dichiarazione da demagogo o quelli che affermano sia un impegno concreto con le fasce deboli della città.