La capitale francese, con Londra e New York, è stata da sempre in vetta alle preferenze degli italiani e dei loro investimenti nel mattone estero. Il fascino di Parigi sul nostro immaginario si conferma immutato anche in questo periodo di crisi e al primo posto degli acquirenti stranieri di immobili nella Ville Lumiere troviamo proprio i nostri connazionali. Questo è quanto risulta dalla recente indagine condotta dalla Camera dei Notai parigina.
La città più romantica d’Europa registra una fortissima presenza di acquirenti stranieri: una persona su dieci di chi compra casa a Parigi, secondo lo studio citato, viene dall’estero. E al primo posto ci sono proprio gli italiani, seguiti dai cinesi e dagli americani. Nel 2013 su 91.540 compravendite, 7.420 portavano la firma di un acquirente straniero; questo, secondo i notai della città, anche perché i francesi hanno ridotto i loro investimenti nel mattone.
Gli italiani, secondo un’agente immobiliare intervistata dal Sole 24 ORE, comprano proprio per investire, riaffittando poi l’immobile ai turisti che costantemente affollano la città in ogni stagione dell’anno. E questo nonostante un carico fiscale tutt’altro che incoraggiante. Negli ultimi anni le imposte sugli immobili sono aumentate anche in Francia, a partire dalla tassa sulle plusvalenze, ovvero quella richiesta a chi vende prima che siano trascorsi 30 anni dall’acquisto dell’immobile, soglia che prima era ferma a 15. Inoltre, proprio il Comune di Parigi, ha recentemente messo a punto un piano di regole per la locazione molto severo e complesso. Il fatto, però, che non ci si faccia scoraggiare da questo quadro normativo, indica come, soprattutto nel caso dei nostri connazionali, è solo dentro i confini che si è smesso di investire.