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Il Pnnr punta sui beni confiscati alle mafie per riqualificare intere aree del Mezzogiorno e creare asili nido, case rifugio e molto altro. L’Agenzia per la coesione territoriale ha pubblicato il bando da 250 milioni di euro finalizzato a reinserire nel circuito della legalità e a valorizzare i beni appartenuti alla criminalità.
Ecco a chi si rivolge, quali sono i criteri per l’assegnazione dei contributi ed entro quando si dovranno presentare le domande
Beni confiscati alle mafie: come funziona il bando
Protagonisti di questa grande opera di riqualificazione saranno gli Enti locali del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Il bando è aperto infatti a Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni, anche in forma consortile o in associazione tra loro, che avranno tempo fino alle ore 12 del 24 gennaio 2022 per presentare le loro proposte.
Per quanto riguarda le opere finanziate, il bando prevede sia la possibilità di demolire e ricostruire sia quella di ristrutturare o semplicemente adeguare i beni confiscati. Non ci sono particolari limiti sulla destinazione finale, che potrà essere di natura sociale, economica o istituzionale: residenze socio/sanitarie, centri diurni e spazi di incontro, tanto per fare quale esempio. Verranno comunque premiati i progetti a beneficio della collettività come gli asili nido, i centri antiviolenza e le case rifugio. Al di là della destinazione finale, il presupposto fondamentale è che i proventi siano destinati a scopi sociali e al reinserimento nel circuito della legalità dei beni confiscati.
La tempistica
Come abbiamo detto, la scadenza per presentare le domande è il 24 gennaio 2022, mentre l’aggiudicazione definitiva dei lavori deve avvenire entro il 30 giugno 2023. Dopodiché la data entro cui i progetti andranno completati si differenzia in base all’importo: quelli fino a 600mila euro hanno tempo fino al 30 giugno 2025, quelli tra i 600mila e i 2,5 milioni (cifra massima di finanziamento) fino al 30 giugno 2026.