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Canone Rai. Dal 2023 non sarà più in bolletta. Le ipotesi del governo

22 Aprile 2022 Spese e consumi
canone Rai

Indice dei contenuti

  • Il modello francese
  • Come funziona negli altri Paesi?
  • Cos’è il canone Rai e a cosa serve
  • Una delle tasse più evase in Italia

Dal 2023 la bolletta della luce vi sembrerà più leggera. Scomparirà la voce del canone Rai. L’Unione Europea ha dato all’Italia delle direttive chiare a riguardo, perciò il governo dovrà ora stabilire in che modalità gli italiani pagheranno il tributo dal 2023. E se lo pagheranno ancora.

Il modello francese

La soluzione potrebbe arrivare entro fine 2022 con la prossima legge di Bilancio. Al vaglio ci sono alcune ipotesi che prendono spunto da altri Paesi Ue ed extracomunitari. Il modello francese, ad esempio, suggerisce il versamento del canone assieme alle imposte sulla prima casa. Significa che in Italia andrà versata tramite il modello 730. In Francia costa 138 euro (in Italia 90) e si versa ogni anno tra il 15 e il 25 novembre. In Israele l’imposta sulla televisione pubblica è una tassa aggiuntiva a quella dell’automobile.

Come funziona negli altri Paesi?

Il dibattito politico sarà acceso, precederà le elezioni politiche 2023 per rinnovare il Parlamento, e come sempre non esclude coloro che vorrebbero una definitiva abolizione del canone Rai. Una soluzione adottata dalle nazioni scandinave (Finlandia, Norvegia, Svezia) dove però si registra una forte vocazione al welfare state poco indebitato. Ma anche in Spagna e Olanda il canone è stato abolito. Bisogna tuttavia precisare che in tutte queste realtà, è direttamente lo Stato che destina dei fondi a sostegno della tv pubblica. I cittadini perciò contribuiscono indirettamente, mentre la politica si assume la responsabilità della gestione di questi contributi.

Cos’è il canone Rai e a cosa serve

È impropriamente chiamato “canone Rai”, in realtà sul bilancio si configura come imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano. È questa la natura giuridica dell’imposta sulla televisione pubblica, che affonda radici addirittura nel lontano regio decreto legge del 21 febbraio 1938. Poi convertito in legge in quello stesso anno: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto”.

Una delle tasse più evase in Italia

Il canone Rai era stato introdotto come voce nella bolletta dell’energia elettrica con la legge di stabilità 2016 approvata dall’allora governo Renzi. L’imposta del canone ordinario era stata anche ridotta a 90 euro, generando a fine 2016 un gettito complessivo superiore di 300 milioni rispetto all’anno precedente. Prima di allora l’evasione fiscale del canone aveva raggiunto punte del 25%. Senza contare l’evasione del canone speciale, quello dovuto dai gestori di uffici pubblici, aziende, ristoranti e hotel.

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