Molte volte abbiamo ribadito quanto sia importante in un Paese ricco di storia come l’Italia recuperare il patrimonio immobiliare troppo datato e spesso in condizioni di abbandono. Sono stati parecchi i Comuni che hanno tentato di lanciare importanti, e talora singolari, iniziative per il recupero dei centri storici che, soprattutto al Sud, si sono spopolati per l’immigrazione, ma mai nessuno ha registrato l’enorme successo delle case regalate a Gangi.
A mille metri d’altitudine, con settemila abitanti, questo piccolo comune del palermitano aveva molto fatto parlare di sé per la decisione del sindaco di regalare le case del centro storico ormai praticamente deserto e del tutto decadente. Spesso i proprietari sono desiderosi di disfarsi di quelle catapecchie ereditate che oggi rappresentano solo un costo e così tutto diventa più semplice, soprattutto se, come è accaduto a Gangi, il Comune fa da intermediario e, talora, da riappacificatore degli eredi. Effettivamente basta poco per accedere agli immobili in questione: bisogna pagare soltanto l’atto notarile, esibire una fideiussione da 5mila euro e impegnarsi a ristrutturare entro tre anni dal passaggio di proprietà. Il Corriere della Sera ha intervistato il sindaco Giuseppe Ferrarello, in carica dal 2007, che ha fornito gli importanti numeri della sua iniziativa: si parla di circa 2.000 richieste arrivate, di oltre cento contratti firmati e di 30 ristrutturazioni già portate a termine. Certo ci è voluto un po’ per far decollare tutto ma adesso il centro è in decisa risalita: il primo ad aver ristrutturato una delle 550 catapecchie in rovina censite nel cuore del paesino è stato un professionista di Caltanissetta; addirittura il sindaco ha messo a disposizione un suo immobile in centro che è andato a un cittadino ungherese. Un’azienda fiorentina ha perfino comprato 8 case per costruirvi un hotel e un ristorante. Il caso del successo di Gangi ha avuto eco internazionale ed è finito sulle pagine del New York Times, come ricorda il sindaco, e in un servizio tv di Al Jazeera.