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TUTTE LE AGEVOLAZIONI PER L’ACQUISTO DELLA PRIMA CASA: UNA GUIDA
Bonus Casa 24 aprile 2023

Agevolazione Prima Casa: la residenza è obbligatoria per chi ci vive?


Bonus Prima Casa e obbligo di residenza per tutti i membri: come funziona? Approfondimenti e informazioni utili per non perdere l’agevolazione Prima Casa.
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Silvia Bertuzzi

Collaboratrice esterna di Immobiliare.it

L’acquisto della prima casa è un grande passo nella vita di ogni individuo, ed esistono alcune agevolazioni fiscali che lo rendono più accessibile.

Tra queste, spicca il Bonus Prima Casa, che prevede una serie di benefici per l’acquirente che intende acquistare un’abitazione per la sua residenza principale.

Con una recente Ordinanza, la Corte di Cassazione si è espressa su alcuni vincoli obbligatori per non perdere l’agevolazione: il più importante riguarda la residenza obbligatoria per i membri del nucleo familiare.

Capiamo meglio i dettagli di questo vincolo e come non perdere l’agevolazione Prima Casa.

Prima Casa e residenza: le regole

A normare la questione della residenza in caso di Prima Casa è la sentenza n. 26599 del 9 settembre 2022 della Corte di Cassazione.

Secondo questa sentenza, il contribuente che acquista, con le agevolazioni Prima Casa, un’abitazione situata in un Comune diverso da quello nel quale è residente, è tenuto a spostare la propria residenza nel Comune in cui si trova l’abitazione entro 18 mesi dall’acquisto, pena la decadenza dall’agevolazione.

Dunque, il criterio generale prevede che il contribuente sia residente, alla data di acquisto, nel Comune in cui si trova l’immobile acquistato come prima casa, e se così non fosse già al momento della stipula, il contribuente, per godere delle agevolazioni, è obbligato a trasferire in tale Comune la propria residenza entro 18 mesi.


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Agevolazione Prima Casa, cosa succede in caso di “membro trasgressore”?

Se all’interno di una famiglia un singolo membro non ha spostato la residenza all’interno dei termini prestabiliti l’agevolazione decade per tutti? Per rispondere a questa domanda analizziamo un fatto realmente accaduto e posto recentemente all’attenzione della Corte di Cassazione.

La vicenda esaminata dalla Corte di Cassazione riguarda l’acquisto di una Prima Abitazione da parte di una famiglia. Nello specifico, detentori del diritto di abitazione sono due coniugi al 50% ciascuno, mentre i proprietari della nuda proprietà sono i due figli della coppia, anch’essi al 50% ciascuno.

I soggetti hanno acquistato l’immobile ottenendo le agevolazioni fiscali concesse con il Bonus Prima Casa, che comporta una notevole riduzione dell’imposta rispetto a quella ordinaria.

In seguito, l’Agenzia delle Entrate ha notificato un avviso di liquidazione e di sanzione a tutti i membri della famiglia, facendo ricadere l’incentivo e chiedendo la restituzione delle imposte non pagate.

I membri della famiglia hanno però deciso di presentare ricorso, poiché non tutti i soggetti erano inadempienti agli obblighi previsti per l’accesso all’agevolazione. Infatti, i due figli e la madre avevano trasferito la propria residenza entro i termini previsti dalla legge, mentre il padre non aveva provveduto al trasferimento.

I giudici della CTP (Commissione Tributaria Provinciale) e della CTR (Commissione Tributaria Regionale) hanno deciso di accogliere parzialmente la tesi dei contribuenti. Hanno approvato il ricorso per i membri della famiglia che avevano regolarmente trasferito la residenza e hanno rigettato il ricorso del coniuge inadempiente.

È stato dunque stabilito che la decadenza dal beneficio non può essere applicata a tutti i membri della famiglia, quando solo uno è inottemperante.

La CTR ha anche ritenuto che se l’acquisto dell’abitazione fosse stato effettuato in regime di comunione legale, il coniuge inadempiente avrebbe ancora potuto usufruire del Bonus Prima Casa a causa del concetto di “residenza della famiglia“.

Agevolazioni Prima Casa e separazione dei beni

Come emerso dalla vicenda riportata, esistono delle differenze se l’acquisto della prima casa è stata effettuata in regime di separazione patrimoniale o di comunione dei beni.

Nel primo caso, infatti, per poter beneficiare del Bonus Prima Casa, i due coniugi sposati in regime di separazione patrimoniale devono obbligatoriamente dimostrare entrambi il rispetto dei criteri richiesti.

In questo caso, il diritto viene acquistato in modo “egoistico” o “individualista” da ciascun coniuge separatamente. La residenza della famiglia e tutte le necessità della famiglia sono di rilevanza indiretta se c’è una separazione dei beni.

Al contrario, per usufruire del Bonus Prima Casa in caso di acquisto in comunione legale tra coniugi, è sufficiente che uno dei coniugi abbia la propria residenza nel Comune in cui si trova l’immobile, senza che sia necessario che entrambi i coniugi risiedano nello stesso Comune.

Questo vale solo se l’acquisto è fatto in regime di comunione legale. In quest’ultimo caso, gli acquisti fatti da uno dei coniugi sono estesi anche all’altro coniuge, salvo alcune eccezioni.

*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

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