Collaboratrice di Immobiliare.it
Poste Italiane e molti istituti bancari prima ancora, ha comunicato che non accetta più la cessione del credito per le spese del 2021 riferite ad ogni tipo di detrazione sulla casa anche per il Superbonus.
Il blocco arriva in seguito agli interventi legislativi in ottica antifrode. Dopo il blocco della sua piattaforma dedicata alla cessione del credito, Poste il 7 marzo scorso ha riattivato il suo portale informativo dedicato alla “monetizzazione del superbonus e dei bonus casa ordinari” ma, come precisato da Poste Italiane, il servizio è stato riattivato solo per le spese sostenute nel 2022, in relazione alle prime cessioni e per le quote annuali fruibili dal 2023. Restano fuori le prime cessioni del credito relative a spese sostenute nel corso del 2021, per le quali negli ultimi giorni stanno arrivano le comunicazioni di rifiuto.
La notizia ha scatenato non poche polemiche soprattutto tra gli incapienti che quindi non possono ovviare con la detrazione Irpef. Un danno non da poco per chi ha effettuato lavori, anche importanti, nella speranza di ottenere un credito di parte della spesa. Un danno che il Governo sta cercando di portare ai ripari.
La pubblicazione di qualche giorno fa dello slittamento del termine ultimo al 29 aprile per la presentazione della comunicazione all’Agenzia delle Entrate è il primo passo per cercare di trovare una soluzione al problema.
La scelta di Poste Italiane di non acquistare più crediti relativi a spese agevolabili relative al 2021 è comune anche ad altri istituti di credito.
Come risolvere il danno: i casi sono differenti sulla base di chi è il richiedente: se è capiente o incapienti.
Per cittadini che hanno visto rifiutare la domanda di cessione del credito ma sono capienti allora la soluzione è l’utilizzo della prima quota della detrazione spettante in dichiarazione dei redditi 2022, per poi effettuare la cessione del credito per le rate successive derivanti dal superbonus e dai bonus casa.
Il vero danno viene fatto agli incapienti, che rischiano di perdere una parte del credito maturato in relazione alle spese sostenute nel 2021 perché non le possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi.
In questo caso l’unica cosa da fare è cedere il proprio credito a una persona che invece abbia capienza Irpef. Vediamo come.
La nuova normativa prevede un massimo di tre cessioni, possono essere familiari, professionisti o titolari di partita Iva e anche lavoratori dipendenti.
È quindi il momento di organizzarsi e presentare la domanda di cessione del credito, utilizzando una persona alternativa. Il tempo limite si ricorda che è il 29 aprile. La comunicazione va fatta all’Agenzia delle Entrate.