Collaboratrice di Immobiliare.it
Al 28 febbraio, i lavori coperti dal Superbonus per cui è già giunta l’asseverazione obbligatoria valgono circa 14,7 miliardi di euro.
Se tutti i lavori per cui è stata fatta richiesta verranno portati a compimento la cifra salirà a 21,1 miliardi, un impegno, per il Fisco, pari a 23,3 miliardi.
Delle spese messe in conto:
Diversi condomini hanno iniziato i lavori dopo l’estate ed è quindi probabile che non abbiano ancora asseverato il 30% della spesa, inoltre, a causa della scarsità di materie prime, molte altre realtà sono ancora in lista d’attesa.
Vista la situazione, per loro, sarà più difficile ottenere il benestare dalle banche e quindi la possibilità di ottenere il bonus.
Anche se si dovesse allentare la stretta sulla cessione del credito, le procedure di controllo diventeranno più rigorose, i tempi saranno più lunghi e i costi maggiori, senza contare poi che molte banche hanno già esaurito il fondo per il bonus.
A rendere la situazione ancora più complessa c’è l’aumento del costo del denaro, che porta gli istituti a chiedere interessi sempre più alti sui prestiti e a riconoscere un aggio minore sui crediti.
Purtroppo in relazione al Superbonus, nonostante i molti controlli previsti, si sono già verificate molte truffe. Stando ai dati delle Entrate, circa il 3% del totale, quindi circa 132 milioni di euro, rientra nelle cessioni dubbie.
In merito al tema, il commercialista milanese, Christian Dominici titolare di uno studio specializzato nella gestione di crediti tributari aggiunge: << Al di là dei problemi di rilevanza giudiziaria si potrà constatare solo ex post se tutti i lavori del superbonus sono stati effettuati a regola d’arte e con materiali idonei. E oltre a questi aspetti eventuali è sicuro che il bonus ha portato a un incremento stratosferico dei costi, perché al committente i lavori non costano nulla. Se tutto è in regola questi aumenti non hanno rilevanza penale, ma sui conti dello Stato pesano eccome >>.
Dominici propone una possibile soluzione per limitare le evasioni collegate alla richiesta del Superbonus. Pur risultando impopolare la proposta sarebbe anticipare il décalage dell’agevolazione per tutti quelli che devono ancora consegnare la Cila.
“Se io committente- conclude Dominici – devo pagare una quota significativa dei lavori non accetto un qualsiasi preventivo a prescindere e faccio solo i lavori realmente necessari, mentre l’Agenzia delle Entrate ha in mano il bonifico parlante a garanzia che le opere sono reali. Il rischio di truffe diminuirà anche perché nella cessione dei crediti avranno un ruolo maggiore le banche del territorio. Difficilmente un’impresa che non è cliente riuscirebbe a ottenere la cessione dello sconto in fattura e men che meno, anche se è cliente, se il suo fatturato storico è di qualche decina di migliaia di euro all’anno e i lavori fatturati sono nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro”.