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Contratti e Documenti 14 novembre 2022

Il catasto immobiliare: cos’è e quali informazioni raccoglie


Il catasto immobiliare: cos’è, quali informazioni raccoglie e una breve panoramica storica dalle antichissime origini fino ai giorni nostri.
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Letizia Del Nero

Collaboratrice di Immobiliare.it

In fase di compravendita di un immobile, si sente spesso citare il catasto e di termini correlati tra i quali, ad esempio, visura catastale o categoria catastale.

Andiamo a vedere di cosa si tratta, cosa raccoglie e una breve panoramica storica.

Il catasto immobiliare: cos’è e quali informazioni raccoglie

Con il termine catasto si intende un archivio contenente un elenco dettagliato di tutte le proprietà immobiliari situate all’interno di un comune o di una provincia.

È possibile trovare:

Il catasto: una panoramica storica

Il catasto affonda le sue radici in epoca antichissima: le prime documentazioni, infatti, risalgono attorno al 2000 a.C. quando il re di Ur Shulgi, per calcolare il versamento delle tasse nel regno sumero, iniziò a catalogare le proprietà e i terreni. Altrettanto era stato fatto anche in Egitto all’epoca dei faraoni.


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In Italia, l’introduzione del catasto avvenne grazie agli Arabi che, attorno al X secolo, utilizzavano in Sicilia i defetari, ovvero dei registri sui quali veniva trascritto un sistema di classificazione, seppur rudimentale.

Questa metodologia sarebbe stata poi ripresa dai Normanni, che riportavano nel Catalogus Baronum un elenco dei vassalli e dei relativi censimenti.

In epoca medievale, venivano utilizzati gli estimi all’interno dei quali vi erano sia i beni immobili che mobili dei cittadini.

Il sistema, finora frammentario, lasciò spazio a un modello comune obbligatorio grazie a Napoleone.

L’unificazione del Regno d’Italia

Poiché non vi era una metodologia unica per il catasto, nel 1864 venne promulgata la “legge sul conguaglio provvisorio”, con la quale si tentò, con scarsi risultati, di equiparare l’imposta fondiaria.

1886: un anno chiave per la storia del catasto italiano

Il 1886 rappresenta un anno di svolta per il catasto: venne, infatti, emanata la legge n. 3682 detta “Messedaglia” sulla sperequazione fondiaria, con la finalità di istituire un catasto utile per l’applicazione delle imposte, da utilizzare in abbinamento al sistema cartografico di Cassini e Soldner.

La legge, però, non riuscì a superare la diversa gestione presente in alcune zone, come il cosiddetto “catasto tavolare”.

Il Novecento per il Catasto

A inizio secolo vennero introdotti la Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici e il “tipo di frazionamento“.

A partire dal 1938, grazie ad alcune modifiche, si raggiunse la separazione effettiva tra il catasto terreni ed il nuovo catasto edilizio urbano; due anni dopo, venne introdotto il sistema di rappresentazione Gauss-Boaga.


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Con la legge n. 68 del 1960 venne ammessa l’amministrazione del catasto tra gli organi cartografici dello Stato e nel 1969 venne introdotto il “tipo mappale”.

Ad oggi, il catasto viene gestito dall’Agenzia delle Entrate e dai Comuni.

*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

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