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Schiamazzi notturni in condominio, chi chiamare e quando denunciare
Tasse, Imposte e Normative 19 maggio 2025

Schiamazzi notturni in condominio, chi chiamare e quando denunciare


Cosa fare e chi chiamare in caso di schiamazzi notturni in condominio? Ecco una guida completa su diritti, norme e sanzioni per difendere la propria quiete domestica.
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Alessandra Caparello

Collaboratrice esterna di Immobiliare.it

Gli schiamazzi notturni in condominio sono uno dei problemi più comuni e fastidiosi per chi cerca tranquillità nelle ore di riposo. Musica troppo alta, urla, feste rumorose o animali che abbaiano possono trasformare la notte in un vero incubo, compromettendo la qualità della vita e il benessere di tutti i residenti. 

Chi vive in condominio sa bene che la convivenza richiede rispetto e un minimo di tolleranza, soprattutto quando si parla di schiamazzi notturni. La legge non impone il silenzio totale, ma vieta comportamenti che disturbano in modo eccessivo il riposo altrui. 

Vediamo nel dettaglio cosa fare quando il rumore supera il limite della tolleranza e quali sono i propri diritti e, soprattutto, chi chiamare in caso di schiamazzi notturni.

Schiamazzi notturni in condominio: che cosa significano

Si parla di schiamazzi notturni quando si verificano rumori fastidiosi nelle ore di riposo, che generalmente vanno dalle 22 alle 7 del mattino. Questi possono essere musica ad alto volume, feste, urla, lavori rumorosi fuori orario o anche animali lasciati liberi di abbaiare senza sosta. È però importante sottolineare che non tutti questi rumori sono automaticamente considerati reato: la legge specifica cosa debba intendersi per disturbo della quiete pubblica, nozione fondamentale per sapere come intervenire e chi chiamare.

Schiamazzi notturni: quando si possono denunciare

Gli schiamazzi notturni in condominio sono denunciabili quando sono inquadrabili nel reato ex articolo 659 del Codice Penale, ossia il reato di “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”.

Tale fattispecie si configura solo se il rumore ha una potenziale diffusione ampia, cioè se può essere percepito da un numero indeterminato di persone.

La norma recita testualmente che:

Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309”.

Questo significa che non basta che qualche vicino si lamenti: il disturbo deve coinvolgere un’intera comunità o almeno un gruppo significativo di persone. Per esempio, una festa in terrazza che si sente in tutto lo stabile rientra in questa categoria. Se invece il fastidio riguarda solo gli appartamenti confinanti, allora non si tratta di un reato penale, ma comunque di un problema da affrontare in sede civile.

Cosa fare se lo schiamazzo non è reato

Se il rumore non raggiunge la soglia per configurare un reato, è comunque possibile tutelarsi in sede civile. L’articolo 844 del Codice Civile consente di chiedere un risarcimento se il disturbo supera la “normale tollerabilità”. 

In particolare la norma recita testualmente che:

il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli  scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del  vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo  alla condizione dei luoghi”.

In questo caso, si valutano diversi fattori: l’orario, l’intensità e la durata del rumore, la necessità dello stesso (per esempio per lavori di ristrutturazione) e la zona in cui si trova l’immobile, che può essere più o meno trafficata. Inoltre, la giurisprudenza spesso considera come parametro tecnico il superamento di 3,5 decibel rispetto al rumore di fondo.

Quali sanzioni si rischiano

Chi disturba la quiete pubblica può incorrere in sanzioni penali che prevedono fino a tre mesi di arresto e un’ammenda fino a 309 euro. In caso di illecito civile, invece, il responsabile può essere condannato al risarcimento dei danni, che però deve essere adeguatamente documentato tramite prove e testimonianze.

Chi chiamare in caso di schiamazzi notturni

La prima cosa da fare è provare a parlare direttamente con il vicino responsabile del disturbo. Spesso un semplice confronto può risolvere la questione senza complicazioni.

Se il problema persiste, è possibile rivolgersi all’amministratore di condominio, soprattutto se il regolamento condominiale contiene disposizioni sugli orari di silenzio.

Se invece i rumori sono diffusi e disturbano più persone, allora è opportuno chiamare le forze dell’ordine, ossia polizia locale, carabinieri o polizia di Stato. Il loro intervento è importante perché la redazione del verbale costituisce una prova ufficiale, utile in caso di procedimenti legali.

Responsabilità dei minorenni in caso di schiamazzi

Non bisogna dimenticare che anche i minorenni possono essere ritenuti responsabili, ma solo se hanno compiuto almeno 14 anni. Per i più piccoli, invece, la responsabilità penale non scatta, ma i genitori possono dover risarcire i danni causati. È quindi importante tenere presente questa distinzione quando il disturbo è causato da ragazzi.

Schiamazzi notturni in condominio: il ruolo dell’amministratore 

L’amministratore può intervenire attivamente solo se il regolamento condominiale prevede limiti precisi riguardo agli orari o all’intensità del rumore. In questi casi, può inviare richiami scritti ai condomini rumorosi, convocare assemblee straordinarie per discutere il problema o promuovere azioni legali a nome del condominio. Se il regolamento non contiene indicazioni in merito, il suo potere di intervento è limitato e sarà necessario procedere con azioni legali individuali.

Schiamazzi notturni in condominio: chi chiamare in base alla situazione

Riassumendo, in caso di schiamazzi nelle ore notturne in condominio possiamo distinguere:

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