Collaboratrice di Immobiliare.it
Chi ha un giardino o un appezzamento di terreno e desidera costruirvi un deposito per gli attrezzi, una legnaia o una piccola casetta a scopo ricreativo (o, perché no, da utilizzare come ufficio) spesso non sa come comportarsi con la burocrazia: è necessario chiedere il permesso? Bisogna pagare delle imposte? E come ci si regola con l’Agenzia delle Entrate? Ecco tutte le risposte.
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Indipendentemente dalla presenza o meno di fondamenta, per installare le pertinenze in legno è necessario chiedere il permesso all’ente di riferimento e fornire una relazione tecnica effettuata da un professionista solo se si supera una certa metratura. Ogni Regione e Comune ha specifiche leggi in merito, ma di solito rientrano nell’edilizia libera, e quindi non necessitano di permesso (ma vanno comunque segnalate all’ente di residenza), le costruzioni al di sotto dei 20 metri quadrati e in generale quelle che non prevedono un allaccio alla rete pubblica di fornitura di energia e illuminazione e che non abbiano al loro interno opere destinate al lungo periodo.
Dal punto di vista fiscale non c’è differenza tra una costruzione in legno e una in muratura, quindi entrambe vanno dichiarate all’Agenzia delle Entrate.
Come specificato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, infatti, sono escluse dall’obbligo di dichiarazione (a meno che non in grado di produrre reddito) solo le seguenti costruzioni:
Anche le pertinenze in legno sono soggette al pagamento di Imu (che varia in base al Comune di residenza) e Iva, ma si possono ottenere delle detrazioni fiscali quando per esempio sono funzionali all’efficientamento energetico della casa principale.
Per quanto riguarda l’Iva, di solito si paga al 21%, a meno di non beneficiare delle agevolazioni prima casa, per cui scende al 4%.