Articolista giuridico
Grazie ai Pnrr si mette il turbo alle comunità energetiche in Italia. Via libera di Bruxelles al piano che prevede contributi a fondo perduto fino al 40%. Il pacchetto approvato prevede misure volte alla incentivazione della diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
La Commissione ha approvato un regime di aiuti di Stato italiano per un importo di 5,7 miliardi di euro per sostenere la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili e gli autoconsumatori. Il piano, si legge in una nota della Commissione europea, è finanziato in parte attraverso il Pnrr.
Le comunità energetiche rinnovabili sono soggetti giuridici che danno ai cittadini, piccole imprese e autorità locali la possibilità di produrre, gestire e consumare la propria energia.
In queste comunità i cittadini hanno accesso a energia rinnovabile a basso costo diventando proprietari degli impianti di produzione; a informazioni su come aumentare l’efficienza energetica delle loro famiglie. Ciò permette loro di tenere sotto controllo le bollette energetiche con investimenti individuali che rimangono accessibili. A livello locale, queste comunità contribuiscono alla creazione di opportunità di lavoro e rafforzano la coesione sociale attraverso assemblee generali annuali e attività locali.
Il regime sarà parzialmente finanziato tramite il dispositivo per la ripresa e la resilienza (PNRR). La parte del regime finanziata da tale dispositivo resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025, mentre la rimanente parte del regime fino al 31 dicembre 2027.
L’obiettivo è la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile e l’espansione di quelli esistenti. Ne beneficiano i progetti di dimensioni limitate, con una capacità fino a 1 MW.
Le misure di sostegno sono le seguenti:
La Commissione ha rilevato quanto segue:
Su queste basi la Commissione ha approvato il regime italiano in quanto conforme alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.
I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.
Per le CER, i destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi. La potenza dei singoli impianti non può superare il Megawatt.
Passaggio iniziale per la realizzazione di una CER, dopo l’individuazione dell’area interessata alla costruzione dell’impianto e della cabina primaria, è l’atto costitutivo del sodalizio, che dovrà avere come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali.
Il soggetto gestore della misura è il GSE, che valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi e che, su istanza dei soggetti interessati, potrà eventualmente verificare l’ammissibilità in via preliminare.
La reazione del Ministro Gilberto Pichetto
“Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia. Per la sua unicità, il provvedimento italiano ha richiesto una forte attenzione della Commissione Europea, che ha comunque pienamente validato il modello italiano: oggi questo rappresenta dunque un apripista per altre esperienze nel Continente. Ora le Comunità energetiche rinnovabili – spiega – potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle Comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER”. Ha commentato il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.