Le sale interne continuano a mostrare dei video, molto ben fatti e utili, soprattutto se confrontati con altri di cui parleremo in prossimi post, in cui Moran Atias ci fa ragionare sulle condizioni di partenza (un terra arida e piccola, grande come da Milano ad Ancona, non di più) e sulla caparbietà di agricoltori che non hanno allargato le braccia per la poca acqua, ma su quelle braccia hanno rimboccato le maniche e, anche grazie all’enorme interazione con la ricerca scientifica, hanno creato prodotti nuovi (inclusi i famosi pomodorini che soprattutto in estate tutti noi abbiamo nei piatti) e sistemi di irrigazione rivoluzionari, come quello a goccia che permette di coltivare senza sprechi e oggi è una tecnologia diffusa in tutto il mondo.
Terza sosta e terzo intelligente video che fa conoscere anche l’altro Israele, quello che Moran Atias chiama della sua terra e della sua famiglia. Israele, dice la bella testimonial, ci aspetta. Noi ce ne andiamo un po’ stupiti, un po’ affascinati e di certo convinti che chi ha pensato quel padiglione ha veramente fatto centro.
Leggi il resoconto della nostra visita ai padiglioni dell’Angola, del Belgio, del Brasile, del Cile, degli Emirati Arabi Uniti, della Repubblica di Corea, della Spagna, della Svizzera, e degli Stati Uniti d’America.