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Lo scorso 29 novembre il Talent Garden di Roma – spazio di coworking situato nel quartiere Ostiense della Capitale – ha ospitato la presentazione del rapporto Icity Rank 2022.
L’analisi condotta da FPA, società di servizi e consulenza del Gruppo Digital 360 che, da più di 30 anni, favorisce l’incontro tra realtà aziendali innovative e Pubblica Amministrazione, è giunta alla sua decima edizione restituendo, anche per il 2022, la più importante classifica delle smart city italiane.
Il Centro-nord si conferma sul podio, mentre a preoccupare sono i Comuni del Sud, con una maggiore concentrazione in Campania e Sicilia.
ICity Rank 2022, i parametri della ricerca
Dieci anni di ricerche affinate nel tempo hanno dato vita a quella che, ogni anno, è la classifica più attesa tra Sindaci, Presidenti di Regione e Amministratori Locali.
A che punto è l’Italia in termini di digitalizzazione lo racconta FPA (Gruppo Digital360) nel suo rapporto ICity Rank, in cui la trasformazione digitale dei territori italiani assume le sembianze di otto indici di settore, sintetizzatori, a loro volta, di 35 indicatori e 150 variabili.
Dai servizi online alla presenza di canali social, passando per open data, piattaforme abilitanti, wi-fi pubblico, IoT, app municipali e apertura.
Così l’innovazione tecnologica diventa un segno distintivo delle realtà che se ne fanno portatrici nella scalata verso la riqualificazione territoriale.
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Quali sono le città più smart d’Italia?
Tra i 107 comuni capoluogo è Firenze a confermarsi la città più smart d’Italia. A dividere il podio con la prima città Toscana sono Milano (al secondo posto) e Bologna, arrivata parimerito con Bergamo, Cremona, Roma Capitale, Trento e Modena.
Il rapporto identifica come “città digitali” le prime 26 della classifica, tra cui troviamo, per il 2022, anche la pluripremiata Parma (in 11esima posizione insieme a Torino), la Sardegna con Cagliari (in nona posizione) e poi Reggio-Emilia, Verona, Rimini, Prato, Siena, Pisa, Cesena, Brescia, Venezia e Vicenza e, per il Sud, Palermo e Lecce.
Trasformazione digitale: le città peggiori
A chiudere la classifica sono Rieti, Benevento, Foggia, Agrigento, Avellino, Enna e Isernia, in ultimissima posizione, sintomo di un’Italia frammentata che si muove veloce al nord e continua ad arrancare tecnologicamente nel Mezzogiorno.
Lasciano ben sperare Messina, Trapani, Imperia, L’Aquila e Cuneo che, in un solo anno, sono salite rispettivamente di 34 posizioni la prima e 16 quelle a seguire. Un processo di accelerazione che avvicina anche i centri più piccoli ad un uso più diffuso e organico delle nuove tecnologie.
Nonostante le criticità digitali riscontrate in alcuni territori, gli ultimi 10 anni sono stati testimoni di due cambiamenti fortemente impattanti: se da un lato l’implementazione di servizi online e piattaforme hanno facilitato l’ingresso delle città nei primi posti della classifica, è stata la diffusione di social media e reti wi-fi pubbliche, la creazione di nuove app e la comprensione dell’importanza del ruolo giocato dagli open data a contribuire in modo decisivo al processo di digitalizzazione urbana diffusa.