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Cosa si intende per emergenza abitativa e che impatti ha
Case, Ville e Condomini 2 gennaio 2025

Cosa si intende per emergenza abitativa e che impatti ha


Il diritto alla casa in Italia deve fare i conti con l’emergenza abitativa. Affrontare le cause di questo fenomeno può ridurne l’impatto sociale. Vediamo come.
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Nicola Teofilo

Giornalista, collaboratore esterno di Immobiliare.it

Il diritto alla casa è previsto in diverse costituzioni nazionali, ma non in quella italiana. Tuttavia, il nostro Paese ha adottato i principi fondanti della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che proprio all’articolo 25 riconosce il “diritto all’abitazione” per ciascun individuo. In più, la Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (articolo 31) e il Trattato di Lisbona (articolo 34.3), ne evidenziano la centralità per il benessere e la dignità delle persone

L’Italia vanta di suo uno patrimonio immobiliare tra i più consistenti al mondo, ma deve fare i conti con il problema atavico dell’emergenza abitativa; una realtà che investe il tessuto sociale, e che mostra numerose contraddizioni, dal consumo di suolo, al fenomeno delle case vuote o disabitate, che sarebbero più di 10 milioni. 

Il problema dell’emergenza abitativa comincia negli anni dell’esplosione demografica e urbanistica del dopoguerra, portando alla luce conseguenze e problematiche. Analizziamo tutti questi aspetti, e l’impatto che potrebbe avere su un tessuto sociale in costante mutamento.  

Cosa si intende per emergenza abitativa?

L’emergenza abitativa si verifica quando un numero significativo di persone non ha accesso a un’abitazione dignitosa, sicura e accessibile dal punto di vista economico. In Italia, secondo i dati ISTAT, circa il 20% delle famiglie vive in affitto, e di queste, una quota rilevante dedica oltre il 40% del reddito mensile alla spesa per l’abitazione, una delle condizioni che espone maggiormente alla vulnerabilità abitativa. 

In realtà, le criticità maggiori sono spesso determinate da un insieme di fattori, che dipendono anche dai cambiamenti della società e dalle politiche abitative messe in atto dai governi locali. In genere, l’emergenza abitativa si manifesta a causa delle seguenti condizioni:

L’emergenza abitativa in Italia: dalle case popolari al consume di suolo

L’emergenza abitativa in Italia comincia da lontano. Le politiche del passato hanno privilegiato la proprietà rispetto all’affitto, un approccio che, combinato con l’esplosione demografica del dopoguerra, ha portato a un’espansione smisurata delle grandi città. In quel periodo, la necessità di rispondere rapidamente alla crescente domanda abitativa ha portato alla costruzione senza freni di palazzoni, allora denominati “case popolari“, spesso realizzati senza una pianificazione urbanistica di lungo respiro. 

Dagli anni ’80 del Novecento, la vendita massiva di questi alloggi di edilizia pubblica, unita al mancato rinnovo del patrimonio abitativo, ha ulteriormente ridotto l’accessibilità alla casa per le fasce più deboli della popolazione, aggravando le disuguaglianze sociali.

Negli ultimi decenni, la crisi finanziaria e dei mutui del 2008 ha ulteriormente aggravato il problema. A questo, si sono aggiunti fenomeni come l’aumento dei mutui inaccessibili per molte famiglie e il caro affitti nelle città universitarie e turistiche. Dal movimento “Tende in Piazza” degli studenti universitari alle proteste degli sfrattati, l’emergenza abitativa è un tema ricorrente, che richiede interventi urgenti. E infatti, dietro le statistiche si nascondono storie personali che mettono in luce un problema sistemico. Per questo, le sfide dell’emergenza abitativa richiedendo interventi strutturali e visioni a lungo termine. Ma come affrontare delle dinamiche di mercato che sembrano sfuggire al controllo di chi deve garantire un tetto sicuro ai cittadini? Dipende anche dalla durata del fenomeno. 

Quanto dura l’emergenza abitativa?

L’emergenza abitativa può manifestarsi come una condizione temporanea o diventare una crisi cronica, a seconda della capacità delle istituzioni di intervenire efficacemente. Nel caso italiano, il problema persiste da decenni, con cicliche recrudescenze legate a crisi economiche, cambiamenti normativi e aumenti del costo della vita. Alcuni indicatori rivelano la cronicità dell’emergenza: 

Che impatto ha l’emergenza abitativa

Vivere senza un tetto sicuro significa affrontare quotidianamente vulnerabilità, incertezza e spesso un senso di esclusione sociale. Questo fenomeno colpisce diverse fasce della popolazione: studenti fuorisede, famiglie a basso reddito, giovani precari e lavoratori con salari insufficienti.

Ma, l’emergenza abitativa ha conseguenze profonde, che non si limitano al disagio materiale, piuttosto impattano sulla sfera sociale, economica e psicologica. Ecco cosa accade nel lungo periodo: 

Cosa fare se si rimane senza casa?

Le nuove politiche per contrastare l’emergenza abitativa sono orientate verso una combinazione di azioni personali, iniziative private e supporto pubblico istituzionale. I singoli cittadini possono intraprendere alcune azioni in particolare, quali:

Queste le soluzioni temporanee e immediate. Nel lungo periodo si può richiedere assistenza abitativa. Vediamo come.

Cos’è l’assistenza abitativa?

L’assistenza abitativa comprende una serie di strumenti orientati a garantire il diritto alla casa. Ecco le principali soluzioni adottate in Italia:

In Europa, modelli come quello viennese, basato sulla costruzione di alloggi pubblici, dimostrano come politiche abitative strutturali possano mitigare il problema.

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