Collaboratrice di Immobiliare.it
Il professore Paolo Pileri che insegna Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico ha calcolato quante emissioni di CO2 si diffonderebbero in caso di demolizione del Meazza e di ricostruzione di un nuovo impianto. le tonnellate di CO2 che potrebbero essere emesse per buttare giù il glorioso San Siro e costruire la Cattedrale sono 210.500. Secondo Pileri significherebbe azzerare tutti i progressi in materia di riduzione delle emissioni fatti dal 2005 al 2020 e minare alle fondamenta il piano Aria Clima varato dal Comune. «La demolizione-ricostruzione del Meazza varrebbe il 5% delle emissioni dell’intera città, considerando solo le voci cemento e carpenteria metallica che riveste lo stadio. Sarebbe una quantità pari alle emissioni che, secondo il Piano Aria Clima, sono state ridotte in 15 anni con una sola opera pubblica». Per compensare la mole di emissioni prodotte, sempre secondo il professore, bisognerebbe trasformare a bosco 210 ettari di aree urbane.
La demolizione di San Siro è uno dei talloni di Achille del dossier presentato dalle squadre e ogni volta provoca reazioni a catena da parte del mondo ambientalista, ma se fino a oggi si è puntato il dito su polveri sottili e viaggi di camion, Pileri ha messo sotto osservazione le emissioni di CO2, per cui ogni atto di decostruzione e costruzione implica energia e quindi emissioni di CO2 e ogni materiale ha la sua impronta carbonica specifica. I calcoli di Pileri partono dai 150 mila metri cubi di cemento utilizzati per realizzare San Siro con emissioni di circa 75 mila tonnellate di CO2. Se anche la Cattedrale utilizzerà la stessa quantità di cemento (ma è un dato che a oggi non esiste) la cifra raddoppia. Per la demolizione stima emissioni per 7.500 tonnellate. Per lo smaltimento altre 9.500. Si aggiungono altre voci fino ad arrivare a emissioni stimate per 210.500 tonnellate di CO2.
A questo punto il professore mette a confronto le emissioni con le compensazioni, che però in assenza di un progetto definitivo si limitano alle poche notizie uscite fino a oggi, ossia un parco di 11 ettari. «È una proposta importante — dice Pileri — Ipotizziamo di farne un bosco con mille alberi per ettaro anche se probabilmente non sarà così. Gli alberi andrebbero a compensare solo il 5 per cento della quota del cemento armato». Allarga il discorso anche al progetto Forestami. «A febbraio le piante erano 248 mila. Ipotizzando che siano tutti alberi, il 74 per cento delle piante già piantate servirebbero solo per compensare il cemento dello stadio». Conclusione del professore: «Oggi bisogna chiedersi se ha senso fare questo tipo di opere. Per me no, perché mette in crisi le azioni virtuose che Milano sta mettendo in campo. Un’unica opera mette in crisi il piano Aria Clima e si porta via tutto il progetto Forestami». Sarà materia di dibattito pubblico.