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Monumenti, Musei ed Edifici Storici 17 ottobre 2024

Chand Baori, il pozzo di Abhaneri profondo 3500 gradini


La storia e l'architettura di Chand Baori, un meraviglioso pozzo indiano che vale la pena visitare per la sua bellezza.
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Alice Bocca

Collaboratrice esterna di Immobiliare.it

Chand Baori, situato nel piccolo villaggio di Abhaneri nello stato del Rajasthan, è uno dei pozzi a gradini più impressionanti e iconici del mondo. Costruito oltre mille anni fa, questo capolavoro di ingegneria antica si distingue per la sua profondità vertiginosa, con oltre 3500 gradini che scendono con una geometria perfetta verso il fondo del pozzo.

Non solo una meraviglia architettonica, Chand Baori era anche una struttura funzionale, progettata per raccogliere e conservare l’acqua in un’area arida, garantendo risorse vitali alla comunità circostante. Oggi, è una meta turistica affascinante, un simbolo del genio umano che unisce bellezza, ingegno e storia.


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La storia del pozzo di Chand Baori

Il Chand Baori di Abhaneri, uno dei più antichi e straordinari pozzi a gradini dell’India, fu realizzato tra l’VIII e il IX secolo per volere del re Chanda Raja, appartenente alla dinastia Gujara Pratihara, che si considerava discendente di Laxman, fratello minore del dio Rama.

Questa impressionante struttura è composta da 13 piani e presenta una discesa di 3500 gradini disposti in modo simmetrico, che conducono a una profondità di circa 19,5 metri. I gradini creano un suggestivo gioco di luci e ombre, accentuando la bellezza visiva del sito. Circondato da un cortile rettangolare, il pozzo è accessibile tramite un tipico “jharokha”, un balcone sopraelevato caratteristico dell’architettura rajasthanica e moghul.

Da qui, scendendo lungo le rampe laterali, si può ammirare la complessa struttura del baori, che si restringe verso il basso. Tre dei lati sono fiancheggiati da scalinate, mentre il quarto ospita un elegante padiglione a tre piani, decorato con sculture e balconi intagliati.

Il pozzo non solo serviva come riserva d’acqua vitale in caso di siccità, ma anche come luogo di ritrovo durante le giornate più torride, grazie alla frescura naturale che si avverte nella sua profondità, corrispondente a circa 5 o 6 gradi in meno rispetto alla superficie.

Come visitarlo

Abhaneri è una sosta molto apprezzata lungo il percorso che collega Agra a Jaipur, due delle principali città dell’India del Nord. Sebbene sia un piccolo villaggio nel cuore del Rajasthan, Abhaneri è diventata una meta turistica grazie alla presenza del maestoso pozzo Chand Baori, considerato una delle strutture più singolari al mondo. I tour organizzati spesso includono questa tappa per offrire ai viaggiatori l’opportunità di ammirare questo gioiello architettonico.

È situato a circa 90 km da Jaipur e 160 km da Agra. Prima di accedere ai luoghi sacri del piccolo villaggio, è necessario lavarsi mani e piedi, come vuole la tradizione locale.

Chand Baori

Cos’altro vedere ad Abhaneri

Accanto al Chand Baori si trova il tempio di Harshat Mata, un sito di grande interesse architettonico, costruito tra il VII e l’VIII secolo, ma parzialmente distrutto durante le incursioni del sultano Mahmud Ghazni.


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La vicinanza temporale tra la costruzione del tempio e del pozzo suggerisce che entrambi siano stati eretti nello stesso periodo; con tutta probabilità, il pozzo a gradini era utilizzato anche per le abluzioni rituali dei fedeli prima di entrare nel tempio. Il tempio, dedicato a Harshat Mata, la dea della felicità e della gioia, irradiava luce e positività sulla città, che un tempo si chiamava Abhanagri (città della luminosità), nome poi trasformato in Abhaneri.

Oggi, molte colonne e sculture originali giacciono sparse nel cortile del tempio, testimoniando la bellezza dell’antica arte indiana. Sebbene alcuni studiosi sostengano che il tempio fosse inizialmente dedicato a Vishnu, Harshat Mata è venerata come portatrice di felicità, e la sua figura, che emana gioia, è un’attrazione principale del villaggio, attirando sempre più turisti interessati alla storia e alla cultura del Rajasthan.

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