Giornalista
Uno scorcio inedito, da non lasciarsi scappare e un’occasione per riflettere sull’inclusività. Per la prima volta in cinquecento anni di storia le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia hanno aperto le proprie porte al pubblico, svelando al terzo piano dell’iconico palazzo la nuova casa della Fondazione The Human Safety Net (THSN) del Gruppo Generali, progettata per la parte di Interior, Exhibition & Multimedia Design dallo studio Migliore+Servetto, con la direzione artistica di Davide Rampello. Parte della sede di THSN ospita infatti la mostra interattiva “A World of Potential”, incentrata sulla consapevolezza personale e sullo sviluppo del potenziale umano.
Il percorso espositivo di “A World of Potential” è stato concepito come una progressione di esperienze e si sviluppa secondo un prologo, tre atti e un epilogo che conducono il visitatore alla scoperta delle proprie potenzialità, a partire dai valori individuati dai curatori Orna Cohen e Andreas Heinecke, di DSE – Dialogue for Social Enterprise: creatività, gentilezza, perseveranza, gratitudine, curiosità, speranza, intelligenza sociale, lavoro di squadra. Questi ultimi sono stati tradotti da Migliore+Servetto in 16 macchine interattive, capaci di coinvolgere i pubblici più diversi e generare una riflessione sui temi dell’inclusione, innovazione e sostenibilità.
“Il progetto della nuova sede di The Human Safety Net si caratterizza per la leggerezza con cui si rapporta sia alla città di Venezia, emblema di forte identità culturale e di accoglienza, sia al complesso storico delle Procuratie che la ospita. Tre sono i simboli ricorrenti che connettono l’intero progetto: il tavolo, il nido e lo specchio. Il tavolo, emblema dell’incontro e del dialogo, è presente nelle installazioni interattive e negli spazi conviviali. Il nido è il simbolo dell’accoglienza e dei legami ed è richiamato nelle strutture delle librerie, una sorta di fil rouge che collega gli spazi conviviali e quelli di lavoro. Infine, lo specchio, che a Venezia vanta una tradizione secolare e che ricorre negli arredi del caffè e in diverse installazioni, è l’allegoria del confronto con se stessi, della riflessione, della coscienza” – dichiarano gli Architetti Ico Migliore e Mara Servetto.
Forte è il richiamo alla venezianità nei contenuti e nei materiali, anche grazie alla collaborazione con alcuni artigiani locali. Il legame si costruisce su più livelli, a partire da quello visivo con Piazza San Marco: particolare rilievo è stato dato infatti ai 100 oculi cinquecenteschi che percorrono l’intero piano, conferendo all’insieme una valenza pittorica oltre che una relazione diretta con Venezia, che ha saputo accogliere e inglobare culture da tutto il mondo. In alcune di queste aperture la visione è stata potenziata tramite un sistema tecnologico di ingrandimento che, come le macchine ottiche del Canaletto, permette ai visitatori di immergersi nella vita cittadina, attraverso un nuovo modo di interagirvi. Inoltre, l’installazione “Window on Venice” (Finestra su Venezia) consente di fare un salto temporale, esplorando in 3D com’erano alcuni luoghi della Città nel Cinquecento come la Giudecca, il Ponte di Rialto, l’Arsenale, Burano e Murano.
Le partizioni degli spazi e gli arredi si pongono in dialogo con le strutture esistenti, valorizzando la maestosa suddivisione dei volumi architettonici e richiamando ulteriormente la profonda radice veneziana del luogo nei materiali impiegati: il vetro, il rame, il legno, gli specchi.
Il legame di Venezia con il teatro e le maschere ha ispirato inoltre l’installazione “Teatro Veneziano” – nata da un’idea di Davide Rampello – che accoglie i visitatori: le marionette in legno di Arlecchino, Pantalone e Colombina, realizzate dall’Atelier Carlo Colla e animate da una tecnologia sofisticata, interagiscono con i visitatori rispondendo alle loro domande sulla storia della città in più lingue.