Indice dei contenuti
Il 2 febbraio 2023 c’è stato un nuovo rialzo dei tassi di interesse. In quella data si è tenuta la riunione del consiglio direttivo della Bce (Banca centrale europea), presieduto da Christine Lagarde.
Stando alle previsioni, sarebbe l’ultimo aumento programmato sul costo del denaro, l’ennesima mossa UE per cercare di arrestare ulteriormente la salita del termometro dell’inflazione che ha portato a un aumento dei prezzi e del costo della vita nell’eurozona.
Di conseguenza si prevedono una nuova crescita dei tassi sui mutui per la casa, in particolare sui prestiti a tasso variabile.
Perché conviene allungare un mutuo casa?
Detto in parole semplici, per chi compra casa in questo momento sembra conveniente l’opzione mutuo a tasso fisso; meno rischioso in un mercato così fluttuante con tassi variabili in salita o altalenanti. Inoltre, converrebbe allungare la durata del mutuo o prestito.
Non a caso, negli ultimi mesi gli indicatori hanno già registrato un aumento della durata media dei finanziamenti, saliti mediamente da 22 a 24 anni.
Questo per effetto del loan to value, ossia il peso in percentuale del prestito richiesto sul valore di un immobile (dal 61,3% al 67,8%).
Questi dati ci mettono davanti alla realtà: nel 2023 serviranno più soldi per acquistare una stessa casa che avremmo acquistato con prestito bancario nel 2022.
Per ridurre questo gap che cresce è necessario aumentare il costo del denaro, quindi disincentivare la corsa ai mutui facili e veloci. Ne consegue che conviene richiedere un mutuo più a lungo, pagando una quota di rate mensili inferiore rispetto agli aumenti del costo della vita.
Leggi Anche: CARO MUTUI: LA NOVITÀ IN AIUTO DEI RISPARMIATORI
Conviene il tasso fisso o variabile?
Una famiglia alle prese con bollette in aumento e incertezze di mercato, comprare una casa per la vita con tasso variabile, che oscilla continuamente al rialzo, può risultare rischioso.
Gli andamenti dei mutui a tasso variabile dipendono da altre variabili, tra cui gli Euribor a 3 mesi che sono in negativo. Significa che più è alto l’ammontare del prestito richiesto in banca e più conviene allungare il debito nel tempo, cristallizzando le rate con un tasso fisso più sicuro.
Ma anche gli Euris, indice utilizzato per calcolare i tassi fissi, sono saliti dallo 0,5% al 2,5% per un prestito con scadenza a 25 anni.
Ciò significa che, nell’incertezza, meglio pagare per più tempo ma meno nel breve (quindi rate meno onerose).
Le richieste di mutui non sono in calo
Nel frattempo, in questa prima parte del 2023, sono calate le surroghe ma non le nuove richieste di mutui, perché la casa resta un bene rifugio sicuro per il futuro.
In calo, invece, le richieste di mutui under 36. Il Bonus prima casa è comunque stato prorogato.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.