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Tenute, casali, e poderi localizzati in aree di produzione di pregiati vini: gli investitori, soprattutto stranieri, oggi vogliono investire nel mercato immobiliare vitivinicolo italiano. Si tratta soprattutto di family offices e investitori istituzionali che ritengono sempre più appetibile questa fascia di immobili.
A rivelare questa attuale tendenza nella vendita e nell’acquisto di immobili ci ha pensato solamente qualche giorno fa Kensington International Group, società specializzata nell’intermediazione a livello europeo di questa tipologia di strutture.
Si tratta di contratti di vendita da vere e proprie cifre da capogiro. Il Barolo si guadagna il primato, e non solo dal punto di vista enologico, ma anche in termini di valori di terreni, che hanno raggiunto oggi le quotazioni di Bordeaux e della Borgogna. Numeri alla mano: per concludere un investimento immobiliare nelle Langhe di un ettaro iscritto alla Docg del rosso piemontese, si devono mettere a budget ben 1,2 milioni di euro, per arrivare a 2,5 milioni di euro nei cru più rinomati. Dinamica simile, ma cifre inferiori, per il Barbaresco, dove le quotazioni si posizionano sui 600.000 euro, con picchi molto maggiori se si considerano i cru più importanti. Non da meno è il territorio del Brunello di Montalcino, dove in 50 anni dalla Doc le cifre sono lievitate del 4.500%, per valori che si posizionano tra i 750.000 e i 900.000 euro a ettaro, per raggiungere il milione nelle vigne top.
Si tratta di cifre stilate dall’ultima classifica di Winenews, che vanno interpretate come base per le varie trattative dove ci possono essere numerosissime variabili da considerare come, giusto per fare qualche esempio, l’esposizione e l’età del vigneto. È questo il caso del Prosecco, dove nelle Docg del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore gli acquisti oscillano dai 400.000 ai 450.000 euro ad ettaro, per arrivare a 1.000.000 di euro sulla collina di Cartizze.
di Francesca Lauritano