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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha intenzione di investire 100 milioni di euro per avviare un nuovo Piano Casa nazionale entro il 2025.
Nella prima riunione preliminare, tenutasi con Ministro Salvini, sono stati analizzati i numeri e dati relativi al patrimonio immobiliare pubblico. Il 16 gennaio 2024, ci sarà una seconda riunione dove verranno approfonditi i temi relativi al Piano Casa Nazionale.
In occasione della seconda riunione le associazioni APPC (Associazione Piccoli Proprietarie Case), Confabitare e Unioncasa hanno inviato una proposta unitaria al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che affronta le diverse problematiche.
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La situazione energetica del patrimonio immobiliare
La situazione energetica del patrimonio immobiliare italiano è un argomento di grande rilevanza, soprattutto alla luce delle problematiche emerse con l’introduzione del Superbonus.
L’Italia possiede un vasto patrimonio immobiliare costruito prima dell’introduzione di norme specifiche per il risparmio energetico. La legge del 30 aprile 1976 n. 373 rappresentava un primo tentativo di regolamentare il consumo energetico negli edifici, tuttavia, questa normativa è rimasta in gran parte inattuata e poi abrogata.
Il 76% del patrimonio immobiliare italiano rientra in una classe energetica inferiore alla D, con circa 7.784.680 immobili interessati. Questo scenario pone una sfida significativa in termini di miglioramento dell’efficienza energetica.
Sicuramente, l’obiettivo del Superbonus era orientato verso il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare, ma le modalità di applicazione e i risultati conseguiti hanno sollevato numerosi interrogativi.
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Direttiva case green
In questo contesto si inserisce la Direttiva UE del 7 dicembre 2023 (Direttiva case green).
Per allinearsi alle nuove richieste della Direttiva, è stato stimato che sarebbe necessario intervenire su circa 7 milioni di immobili, con una spesa presumibilmente 10 volte superiore a quella sostenuta per il Superbonus.
Questo obiettivo appare irrealistico, soprattutto in considerazione delle risorse economiche e logistiche richieste. Di fronte a questo scenario, il governo italiano si trova di fronte alla necessità di elaborare un piano casa a lungo termine, che abbracci un orizzonte temporale di almeno 30 anni.
Un nuovo piano
La proposta delle associazioni è quella di istituire un nuovo Coordinamento permanente sul “Piano casa” che prevede un intervento strutturato e di lungo periodo, ispirato al modello del “Piano Fanfani”, con la programmazione di un’accurata pianificazione e di un sostegno finanziario realistico, aspetti cruciali per la sua attuazione concreta.
La situazione attuale dei condomini in Italia presenta notevoli difficoltà nell’adottare misure efficaci per il recupero del patrimonio immobiliare. È chiaro che gli edifici condominiali rappresentano un punto critico nel panorama del recupero edilizio, data l’enorme quantità di persone che vivono in condomini e il numero significativo di unità immobiliari in Italia.
Per raggiungere gli obiettivi di recupero energetico, è fondamentale includere questo settore in qualsiasi piano casa efficace.
La proposta sottolinea che è essenziale rivedere e aggiornare le normative che regolano la vita condominiale, introducendo meccanismi mirati a semplificare le procedure decisionali relative alla gestione condominiale e al recupero del patrimonio immobiliare, senza implicare costi aggiuntivi.
Un altro aspetto importante della proposta è la necessità di un approccio graduale per l’allocazione delle risorse e gli interventi. La nuova Direttiva UE consente un approccio differenziato basato sull’anno di costruzione degli edifici, privilegiando prima gli edifici più vecchi e energivor,i e successivamente quelli più recenti. Questo approccio garantirebbe un impiego più efficace delle risorse e una maggiore equità nella distribuzione degli interventi.
In conclusione, l’istituzione di un nuovo Coordinamento permanente sul “Piano casa” e la revisione delle normative in materia di condomini rappresentano passi significativi verso un efficace recupero del patrimonio edilizio in Italia. Tuttavia, il successo di tali iniziative dipenderà dalla loro capacità di bilanciare le esigenze di finanziamento, le normative adeguate e una pianificazione strategica a lungo termine.