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Schefflera
Animali e Piante 19 gennaio 2025

Come prendersi cura della Schefflera, la “pianta ombrello”?


Pianta di origine tropicale, la Schefflera è anche nota come "pianta ombrello" per via delle foglie palmate di forma ovale. Ecco come coltivarla in casa.
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Agnese Giardini

Collaboratrice esterna di Immobiliare.it

La Schefflera, appartenente alla famiglia delle Araliaceae, è una pianta originaria delle regioni tropicali dell’Asia e dell’Australia. Caratterizzata da foglie palmate ovali, con colori che variano dal verde scuro lucido al verde chiaro, che le danno il soprannome di “pianta ombrello”, può raggiungere dimensioni medio-grandi a seconda della specie, fino a un’altezza massima di 2m quando coltivata in vaso.

Allo stato naturale, la Schefflera produce piccoli fiori riuniti in infiorescenze a spiga, il cui colore sfuma dal giallo al rosso o al blu-viola, da cui poi crescono bacche sferiche. La fioritura è però rara negli esemplari coltivati in appartamento. Apprezzata per la sua adattabilità e la facilità di coltivazione in ambiente domestico, la Schefflera è una pianta ideale per accompagnare arredi moderni e minimali.


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Dove posizionare la Schefflera in casa 

La Schefflera predilige luoghi luminosi a patto che non venga esposta direttamente sotto raggi del sole che potrebbero bruciarne o danneggiarne le foglie. Quando viene coltivata in casa la sua forte capacità di adattamento le consente di prosperare e crescere anche in angoli poco illuminati; tuttavia, in queste condizioni, i colori delle foglie tendono a perdere vivacità.

È importante garantire una buona circolazione dell’aria, mantenendo però la pianta lontana da correnti fredde che potrebbero compromettere la sua struttura; le temperature perfette per la Schefflera si aggirano tra i 20° e i 25° C, mentre iniziano a diventare critiche quando scendono sotto i 15° C circa. Essendo di origine tropicale questa specie vegetale ama l’umidità e in ambienti come la cucina o il bagno potrebbe raggiungere alti livelli di benessere. 

Come annaffiare correttamente la Schefflera

Per annaffiare correttamente la Schefflera non bisogna mai lasciare il terreno né troppo secco né troppo bagnato. Eccessi o ristagni d’acqua potrebbero far marcire le radici è favorire la proliferazione di funghi, al contrario un’irrigazione sporadica non fornirebbe alla pianta il giusto quantitativo di nutrienti per la crescita. 

Per mantenere sempre il corretto apporto di umidità del terreno, durante la stagione vegetativa, da marzo a settembre circa, la Schefflera andrebbe innaffiata dalle 2 alle 3 volte a settimana, mentre nei mesi invernali le irrigazioni vanno ridotte, mantenendo il substrato appena umido. È fondamentale evitare che il terreno si asciughi completamente tra un’annaffiatura e l’altra. Inoltre, per ricreare l’umidità tipica dell’habitat tropicale della Schefflera, è opportuno nebulizzare regolarmente le foglie con acqua non calcarea, soprattutto quando le temperature superano i 20°C. 

Come si concima la Schefflera

Nelle prime fasi di crescita della Schefflera, l’uso di fertilizzanti è particolarmente consigliato, soprattutto se si decide di coltivarla in un luogo chiuso. Per favorire uno sviluppo sano e rigoglioso, si raccomanda l’impiego di un fertilizzante liquido specifico per piante verdi ogni 12-15 giorni, diluendolo nell’acqua di irrigazione.

È preferibile utilizzare concimi che, oltre ai macroelementi come azoto e potassio, contengono microelementi quali rame, ferro e magnesio, fondamentali per mantenere il colore intenso delle foglie. Nei mesi invernali, con il rallentamento del metabolismo vegetale, le concimazioni possono essere sospese. 

Potatura e pulizia della Schefflera 

Sebbene la Schefflera non necessiti di interventi frequenti, per quanto riguarda la potatura è consigliabile rimuovere periodicamente le foglie secche o danneggiate per prevenire l’insorgenza di malattie parassitarie. Qualora la pianta dovesse svilupparsi eccessivamente in altezza, è opportuno effettuare tagli di contenimento, preferibilmente in autunno.

La pulizia delle foglie della Schefflera da sporco e polvere può essere effettuata passando delicatamente un panno in microfibra inumidito con acqua tiepida sulle foglie, evitando l’uso di lucidanti fogliari che potrebbero ostruire gli stomi.

Come e quando rinvasare la Schefflera 

Il rinvaso della Schefflera è un’operazione fondamentale per garantire una crescita sana e vigorosa della pianta. Questa specie, infatti, tende a svilupparsi molto nel corso del suo ciclo di vita, portando alla necessità di ampliare più volte lo spazio per le radici.  Generalmente, è consigliabile effettuare il rinvaso ogni 2-3 anni, preferibilmente all’inizio della primavera, scegliendo vasi in terracotta per favorire la traspirazione del terreno.

Prima di collocare la pianta nel nuovo contenitore, è essenziale predisporre uno strato drenante sul fondo, utilizzando pezzi di coccio o argilla espansa. Il substrato ideale deve essere composto da terriccio fibroso, torba o terra di foglie e sabbia grossolana, in parti uguali. 

Quali sono i parassiti più comuni della Schefflera

Tra i parassiti più comuni della Schefflera si annoverano le cocciniglie, sia cotonose che brune, che si manifestano con formazioni biancastre simili a batuffoli di cotone o con piccoli insetti marroni aderenti alle foglie e ai fusti. Questi parassiti si nutrono della linfa della pianta, causando ingiallimento e caduta delle foglie.

Un altro infestante frequente è il ragnetto rosso, un acaro che prolifera in condizioni di bassa umidità, provocando decolorazioni e disseccamenti fogliari. Anche gli afidi possono attaccare la Schefflera, formando colonie sulle parti giovani e succhiando la linfa, con conseguente indebolimento della pianta. 

Come proteggere la Schefflera dai parassiti 

Un’ispezione periodica delle foglie permette di individuare precocemente la presenza di parassiti e, in caso di infestazioni, intervenire manualmente rimuovendo i parassiti con un batuffolo imbevuto di alcool o lavando le foglie con acqua e sapone neutro, risciacquando poi con attenzione.

Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario ricorrere a pesticidi specifici, pur consapevoli che questa soluzione risulta meno sostenibile dal punto di vista ecologico.

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