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Animali e Piante 11 luglio 2024

Elleboro, come curare in casa la “pianta delle streghe”


Tutte le accortezze per coltivare l’elleboro, una pianta affascinante e circondata da leggende e antiche usanze.
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Alice Bocca

Collaboratrice esterna di Immobiliare.it

L’elleboro, conosciuto anche come “pianta delle streghe”, è una pianta ornamentale che affascina per la sua bellezza e le sue origini misteriose. Questa pianta perenne, spesso associata a leggende e miti antichi, è rinomata per i suoi fiori eleganti e delicati.

Scopriamo insieme come coltivare e mantenere in salute l’elleboro in vaso, come prendersene cura, dalla scelta del terreno ideale alla protezione dai parassiti, per godere appieno della bellezza di questa affascinante pianta.


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Origini della pianta e caratteristiche

L’elleboro è una pianta erbacea perenne che fa parte della famiglia delle Ranunculacee. Originaria dell’Europa, del Caucaso e dell’Asia Minore, cresce spontaneamente anche in Italia, soprattutto in prossimità di corsi d’acqua, boschi e in aree ombreggiate e umide.

Questa pianta si presenta come un cespuglio compatto di dimensioni contenute, con foglie verde scuro e fiori ampi e rotondeggianti, simili alla rosa canina, generalmente bianchi con sfumature rosa o porpora. Tuttavia, esistono numerose specie e varietà, alcune con fiori di colori diversi.

È importante ricordare che tutte le parti dell’elleboro sono tossiche sia per gli esseri umani che per gli animali, quindi è fondamentale maneggiarlo con cura, indossando sempre i guanti e tenendolo lontano dagli animali domestici.

Come prendersene cura

L’elleboro prospera in zone d’ombra, poiché teme il caldo e il sole diretto, preferendo l’umidità e le temperature fresche. Anche quando coltivato in casa, è consigliabile portarlo periodicamente in giardino o sul balcone.

Il terreno ideale per l’elleboro deve essere argilloso, ricco di calcio e ben drenato. Se si decide di coltivare l’elleboro in vaso, è importante scegliere un contenitore adeguato alla varietà: le varietà più piccole preferiscono vasi ridotti, mentre quelle a crescita maggiore necessitano di vasi più ampi e profondi per sviluppare correttamente l’apparato radicale.

Aggiungere torba e sabbia al terriccio aiuta a prevenire il ristagno idrico. La pianta deve essere annaffiata con regolarità, mantenendo il terreno costantemente umido ma evitando accumuli d’acqua che potrebbero danneggiarla.

Possibili problematiche

L’elleboro è soggetto a diversi attacchi da parte di parassiti e malattie. Tra i parassiti più comuni troviamo il minatore delle foglie, una piccola mosca che scava gallerie nelle foglie dell’elleboro per deporvi le uova. Le larve che ne emergono si nutrono del tessuto fogliare, danneggiando progressivamente la pianta.

È fondamentale intervenire prontamente rimuovendo le foglie infette e applicando un insetticida specifico. Un altro nemico dell’elleboro è l’afide macrosiphum hellebori, che copre fiori e foglie con una muffa fuligginosa. Anche in questo caso, è necessario usare insetticidi appropriati, evitando però il periodo di piena fioritura.


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Oltre ai parassiti, l’elleboro può essere colpito da malattie fungine causate dal ristagno idrico, come la muffa grigia. Tuttavia, la minaccia più grave è rappresentata dalla “morte nera dell’elleboro”. Questo virus blocca la crescita della pianta e provoca striature nere sulle foglie.

Purtroppo, non esiste una cura per questa malattia e le piante infette devono essere estirpate per evitare la diffusione del virus.

Alcune curiosità

L’elleboro, noto anche come “pianta delle streghe”. Con una lunga tradizione nell’uso medicinale, l’elleboro è stato circondato da diverse credenze e superstizioni nel corso dei secoli.

Si pensava che questa pianta avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni, indurre visioni e persino evocare demoni, rendendola un ingrediente comune nei rituali magici, soprattutto quelli legati alla protezione e alla divinazione.

Nell’antica Grecia, l’espressione “aver bisogno dell’elleboro” era utilizzata per indicare la follia, e si narra che persino Eracle sia stato guarito dalla pazzia grazie a questa pianta. Infine, gli antichi filosofi la impiegavano per raggiungere stati ipnotici simili alla meditazione profonda.

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