La prima macchina del caffè “parla” torinese: la storia

Quando si parla dei simboli dell’Italia, quello che viene in mente è subito il caffè.

Il rapporto tra il nostro Paese e una delle bevande più consumate e apprezzate nel mondo ha una storia antica, è stato infatti un italiano a costruire la prima macchina del caffè, un ingegnere torinese: Angelo Moriondo.

Come è nata la prima macchina del caffè

Moriondo era un ingegnere di Torino, nato nel 1851 e discendente da una famiglia di imprenditori, che era attiva nel settore alberghiero e della ristorazione di lusso nella città sabauda di fine Ottocento.

Dall’esigenza di dover offrire agli ospiti di alberghi e ristornati un ottimo caffè il più velocemente possibile è nata la prima macchina.

Il funzionamento della prima macchina del caffè

L’invenzione venne presentata in occasione dell’Esposizione universale di Torino del 1884 al parco del Valentino.

La macchina era in grado di ridurre i tempi di attesa della preparazione del caffè e servire più clienti contemporaneamente, offrendo allo stesso tempo una bevanda dall’aroma intenso e deciso.

La macchina, costruita in collaborazione con il meccanico Martina sotto la direzione dell’inventore, era in rame e bronzo, alta circa un metro e aveva la forma di una campana.

La macchina di Moriondo costituiva per il suo tempo una vera rivoluzione. Si trattava veramente di una macchina all’avanguardia, con la caldaia dotata di tutti i controlli (livello dell’acqua e pressione del vapore) nonché di valvola di sicurezza; era inoltre versatilissima, potendo davvero produrre da una a molte tazze di caffè.

Quel che la rendeva, però, del tutto speciale e nuova era il fatto d’essere munita di maniglia porta-filtro, con attacco di fissaggio rapido: questo la rendeva veramente una macchina per caffè espresso.

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La storia del brevetto

Il brevetto fu registrato nel maggio del 1884, ma Angelo Moriondo non sfruttò industrialmente il suo brevetto, avviando una produzione in serie e una commercializzazione su vasta scala, ma si limitò ad utilizzare la sua invenzione negli alberghi e nei ristoranti della sua famiglia.

Fu invece il milanese Luigi Bezzera, che dopo alcune migliorie tecniche, lanciò la vera e propria commercializzazione della macchina inventata da Moriondo.

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