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Sfinge testa di morto
Manutenzione e Pulizia 16 ottobre 2025

Sfinge testa di morto, cosa la attira e cosa fare se la trovi in casa


Scopriamo dove vive la Sfinge testa di morto, cosa mangia e come comportarsi se la si trova in casa.
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Agnese Giardini

Collaboratrice esterna di Immobiliare.it

La Sfinge testa di morto è una grande falena notturna, il cui nome scientifico è “Acherontia atropos” e deve la sua fama alla macchia sul torace che ricorda un teschio umano. Questo tratto distintivo, insieme alla sua dimensione imponente (può infatti raggiungere i 13 centimetri di apertura alare) le ha conferito un’aura di mistero e timore, alimentata nei secoli da leggende e superstizioni.

Nonostante l’aspetto inquietante, si tratta di un insetto completamente innocuo per l’uomo. Ecco tutte le caratteristiche.

Origine del nome e significato mitologico

Il nome Acherontia atropos ha un collegamento molto stretto con la mitologia greca: l’“Acheronte” era uno dei fiumi infernali che separavano il mondo dei vivi da quello dei morti, mentre “Atropos” era una delle tre Moire, le divinità che decidevano il destino umano tagliando il filo della vita. Il nome, che rimanda alla doppia evocazione di morte e destino, è principalmente dovuto all’immagine sul dorso che ricorda la forma di un teschio, e la colorazione scura ha contribuito a consolidare, nella cultura popolare, la fama di falena “malaugurante”.

Aspetto e caratteristiche della Sfinge testa di morto

La Sfinge testa di morto presenta un corpo fusiforme e coperto di una fitta peluria che le conferisce un aspetto vellutato. Le ali anteriori sono bruno-nere con motivi ondulati, mentre quelle posteriori hanno tonalità gialle attraversate da due bande nere.

Gli adulti sono dotati di una proboscide corta ma robusta, perfetta per penetrare negli alveari e succhiare il miele, la loro principale fonte di nutrimento.

Oltre al caratteristico disegno a forma di teschio, un altro elemento distintivo è la sua capacità di emettere un suono stridulo e acuto, unico nel regno dei lepidotteri.

Il suono acuto è simile a un “miagolio” o a un breve lamento. Questo rumore, prodotto facendo vibrare l’aria nella faringe, ha una funzione difensiva: serve a spaventare i predatori e, negli alveari, ad allontanare le api.

sfinge testa di morto

Dove vive la Sfinge testa di morto 

Originaria dell’Africa, la Acherontia atropos è una specie migratrice che si diffonde regolarmente nel bacino del Mediterraneo, raggiungendo anche l’Italia, dove viene avvistata soprattutto tra maggio e settembre.

Predilige climi temperati e zone rurali, orti e giardini con piante come patate, melanzane o solanacee, di cui si nutrono le larve. È più comune nelle regioni meridionali e insulari, ma negli ultimi anni, complice il riscaldamento climatico, si registrano segnalazioni anche nel Nord Italia.

Il bruco della Sfinge testa di morto

Il bruco della Sfinge testa di morto può raggiungere i 12 centimetri di lunghezza e presenta tre diverse colorazioni: verde, gialla o brunastra, con oblique striature blu e un corno ricurvo sull’estremità posteriore. Dopo circa un mese di alimentazione intensa, il bruco si interra per impuparsi, dando origine alla crisalide da cui nascerà l’adulto.

La metamorfosi avviene nel terreno e dura circa tre settimane, ma in climi freddi può prolungarsi per tutto l’inverno.

bruco di Acherontia atropos

Ciclo vitale dell’Acherontia atropos

Il ciclo vitale della Sfinge testa di morto si articola in quattro fasi:

Le femmine depongono le uova singolarmente sulle foglie di piante ospiti, principalmente solanacee. Dopo la schiusa, le larve si nutrono per circa un mese, poi si interrano per la fase pupale. Dalla crisalide emerge l’adulto, pronto per la riproduzione e la migrazione. In Italia, generalmente si osservano due generazioni all’anno: una primaverile e una autunnale, con la possibilità che alcune crisalidi sopravvivano all’inverno.

Cosa mangia la Sfinge testa di morto (e perché ama il miele)

A differenza di molte altre falene, l’adulto di Acherontia atropos si nutre quasi esclusivamente di miele. Grazie alla sua proboscide corta ma potente, è in grado di perforare i favi e succhiare il miele direttamente dagli alveari, ed è proprio questo comportamento a renderla un ospite indesiderato per gli apicoltori.

Non è tuttavia raro che la falena si nutra anche del nettare di fiori profumati come il gelsomino o la datura, attratta dagli odori dolci e intensi.

La Sfinge testa di morto è pericolosa per l’uomo?

Nonostante il nome e l’aspetto inquietante, la Sfinge testa di morto non è pericolosa per l’uomo. Non punge, non morde e non è portatrice di malattie. L’unico fastidio che può arrecare è il suo ronzio improvviso, che può spaventare chi la trova in casa. 

Cosa fare se si trova la Sfinge testa di morto in casa

Può capitare, soprattutto nelle serate estive, di trovare una Sfinge testa di morto all’interno di un’abitazione, attratta dalle luci artificiali o dal profumo di miele e frutta matura. Nel caso in cui entri in casa, la soluzione migliore è favorirne l’allontanamento senza spaventarla.

È consigliabile spegnere le luci interne e aprire una finestra o un balcone illuminato, verso cui la falena tenderà naturalmente a dirigersi. In alternativa, può essere accompagnata delicatamente all’esterno servendosi di un bicchiere e di un cartoncino, evitando movimenti bruschi che potrebbero danneggiarle le ali.

Ucciderla non ha alcuna utilità e, anzi, priva l’ambiente di una specie utile all’ecosistema, poiché contribuisce all’impollinazione di alcune piante notturne. Dopo averla liberata, è possibile ridurre le probabilità di nuovi ingressi installando zanzariere alle finestre e limitando l’uso di luci intense vicino agli spazi aperti durante la notte.

La Sfinge testa di morto tra mito, superstizione e cultura pop

Per secoli, nel folklore europeo, avvistare la Sfinge testa di morto era considerato presagio di cattivo auspicio. Con il tempo, la sua immagine è stata però rivalutata e oggi è considerata un simbolo di mistero e trasformazione. La sua fama è esplosa nel 1991 con il film “Il silenzio degli innocenti”, dove la falena diventa simbolo della metamorfosi interiore del killer. Da allora, la Sfinge testa di morto è entrata stabilmente nella cultura pop, apparendo in opere d’arte, tatuaggi e persino copertine musicali.

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