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Inizia il conto alla rovescia: il tempo che ci separa dal momento dell’accensione dei riscaldamenti in tutta Italia non è poi così lontano. Ottobre, infatti, è dietro l’angolo.
Il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato il Piano per ridurre l’uso del gas, di rilevanza strategica al fine di aumentare l’indipendenza energetica.
Il documento contiene una serie di prescrizioni che disciplinano, non solo l’accensione dei riscaldamenti con fasce regionali diversificate per regioni, ma anche una serie di provvedimenti tra i quali:
- la riduzione di un grado del riscaldamento degli edifici, a 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, a 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici;
- i limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione.
Accensioni diversificate per regioni, l’Italia divisa in zone
La stretta sull’accensione de riscaldamenti sarà diversificata, basandosi sulle diverse fasce climatiche.
Sarà ovviamente più incisiva per i Comuni che sorgono nelle aree più calde dell’Italia, come la Sicilia, e più soft su quelli più freddi, a partire da quelli dell’arco alpino.
Secondo un meccanismo diviso per fasce regionali ecco il nuovo calendario:
- In zona A i riscaldamenti saranno accesi per un massimo di cinque ore giornaliere, dal 8 dicembre al 7 marzo.
- In zona B, per un massimo di 7 ore giornaliere, dal 8 dicembre al 23 marzo.
- In zona C, per un massimo di 9 ore giornaliere, dal 22 novembre al 23 marzo.
- In zona D, per un massimo di 11 ore giornaliere, dal 8 novembre al 7 aprile.
- In zona E, per un massimo di 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile.
Le nuove regole per il funzionamento degli impianti di riscaldamento scatteranno entro settembre 2022, modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale, attraverso un decreto del ministro della Transizione ecologica.
Tali riduzioni, si precisa nel testo, non saranno effettuate nei confronti delle c.d. utenze sensibili (ospedali, case di ricovero ecc.)
Il piano “b” per risparmiare più energia
Il Governo uscente sta pensando ad ulteriori misure, più restrittive, che secondo il ministro Cingolani potrebbero portare a risparmiare tra i 3 e i 6 miliardi di metri cubi di gas l’anno.
Le ipotesi allo studio, nel caso in cui il la prima versione del piano non dovesse essere sufficiente sono:
- abbassare la temperatura di due gradi 2 gradi;
- orario di accensione dei termosifoni ridotto di 1 ora al giorno nella stagione 2022/2023 e, se la situazione peggiorerà, andranno spenti 2 ore prima;
- rinvio di una o due settimane, fino al 1 novembre 2022, dell’accensione del riscaldamento, nei comuni compresi nella zona climatica E.
Si tratta però di idee ancora da valutare, che saranno messe a punto nei prossimi giorni.
Intanto il Governo, dovrà entro la prossima settimana varare un nuovo decreto energia, con ulteriori aiuti per le imprese e misure per ridurre i consumi.
Insomma, ci aspetta un inverno rigido, non solo sotto delle temperatura, ma anche sul fronte delle responsabilizzazione dei comportamenti. Consumare meno, per avere più scorte di gas e tutelare anche i nostri risparmi.