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Solo in Italia, la pet-economy vale 3,5 miliardi di euro. Le attività economiche diventano sempre più pet friendly.
Secondo una recente analisi Coldiretti/Ixè, nel nostro Paese ci sono 13,6 milioni di amici a quattro zampe regolarmente registrati e risultanti nella Banca dati dell’Anagrafe Animali d’Affezione. L’Istat ne quantifica in totale oltre 20 milioni. Il 39% degli italiani ha in casa un gatto o un cane.
Quest’anno, 8,5 milioni di italiani hanno scelto di partire in vacanza per l’estate 2022 con il proprio animale da compagnia. Questo, grazie al miglioramento dei servizi alberghieri e ricettivi.
Cani, gatti e altri animali domestici hanno un ruolo sempre più stabile all’interno delle famiglie italiane che cambiano e si adeguano ai tempi moderni.
Per tante comunità costrette a restare in casa durante i periodi più difficili della pandemia da Covid-19, la presenza di un animale domestico in casa è stata una scoperta nuova.
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Animali in casa: il loro valore sociale
L’effetto Covid ha alimentato e portato alla crescita un settore economico. Un indotto che genera posti di lavoro e nuove economie a esso collegate.
Ma non ci sono solo numeri e cifre. Gli animali fanno compagnia a un’Italia che invecchia sempre di più, in blocco demografico.
Gli animali sono importanti anche nell’accompagnamento per bambini con bisogni speciali, i cosiddetti BES. Gli animali sono un formidabile collante sociale, perché abbiamo bisogno di tenerezza. Quando siamo in strada in compagnia del nostro amico a quattro zampe, ci rendiamo conto che l’alone di aggressività attorno a noi si attenua. Si innescano nuove relazioni sociali, magari più sane.
Ma quanti animali si possono tenere in casa? Esiste un limite preciso? Diamo uno sguardo alle normative.
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Quanti animali si possono tenere in appartamento?
Non esiste una legge che imponga un limite massimo di animale in un appartamento condominiale o in una villa. Esiste, però, un regolamento condominiale, ci sono delle regole che possono essere imposte e che andrebbero rispettate.
Il condominio può fissare un limite massimo solo con il consenso unanime di tutti i condomini, attraverso il regolamento condominiale.
Esistono anche delle regole di buon senso, ma soprattutto ricordiamoci che il benessere e la dignità degli animali vanno tutelati sempre, in qualsiasi circostanza o contesto.
Queste regole comportamentali sono imposte dalla legge che può ricorrere alle sanzioni o alla reclusione.
In assenza di leggi chiare, si sono imposti dei precedenti giuridici in Tribunale.
Nel 2017 il Tribunale di Milano ha condannato una donna per abbandono di animali, poiché ospitava in casa 33 gatti in modalità tali da arrecare loro sofferenze, condizioni igieniche inaccettabili, e vivevano in una situazione di sovraffollamento.
Come devono vivere gli animali in casa
Che siano in casa o in uno spazio aperto, gli animali devono vivere dignitosamente.
La legge punisce i reati di maltrattamento degli animali con la reclusione fino a 1 anno e al pagamento di un’ammenda da mille a 10mila euro, fino alla confisca dell’animale domestico.
Nel reato di maltrattamento sono incluse anche le condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene e nutrizione.
Animali in casa e rumori molesti
L’articolo 844 del Codice civile tutela tutti i residenti di un condominio in caso di rumori che non danneggiano solo i condomini. Queste situazioni possono compromettere anche l’ambiente in cui vive l’animale. L’habitat, anche domestico, deve garantirgli benessere.
Il Codice non può tuttavia impedire “rumori e immissioni che non superino la soglia della normale tollerabilità”.
Questi rumori possono essere quantificati con i misuratori di decibel. Alcuni Comuni italiani si sono dotati di un regolamento comunale per contenere l’inquinamento acustico nei centri abitati, al quale ci si può appellare nel caso vi siano dubbi, prima di percorrere le vie legali.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.