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Dopo il periodo di standby economico-finanziario durato circa 2 anni (ossia da inizio 2020 fino a 2022 inoltrato) in cui le banche centrali hanno fatto di tutto per permettere agli Stati di ogni continente di affrontare le immense difficoltà derivanti dall’emergenza pandemica, ormai da diversi mesi le politiche di soccorso delle istituzioni mondiali stanno gradualmente venendo meno, innescando ripercussioni dalla portata non indifferente.
In particolare, sia la Federal Reserve americana che la Banca Centrale Europea stanno operando una serie di rialzi dei tassi d’interesse che rischiano di mettere alle strette milioni di cittadini in tutto il mondo, se non altro per quanto riguarda il valore dei mutui sottoscritti nell’ultimo decennio.
Mutui a tasso variabile: cosa sta succedendo con l’aumento dei tassi di interesse
Analizzando la questione nello specifico, si può notare come le conseguenze più forti di questo deciso cambio di rotta le stiano affrontando coloro che hanno scelto un mutuo a tasso variabile.
Secondo una recente della Banca d’Italia, l’impatto delle rate del prestito sul reddito medio delle famiglie interessate sta crescendo ad un livello mai visto prima: nel giro di dodici mesi, il peso del saldo mensile sulla condizione delle famiglie interessate è passato dal 22% al 30% per quanto riguarda i mutui a 20 anni.
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La cosa si aggrava se si osservano i prestiti a scadenza più lunga, ossia quelli a 30 anni: in questi casi il pagamento della rata mensile – che gravava per il 23% fino al 2022 – arriverà ad incidere per un valore attorno al 40% entro la fine dell’anno corrente.
Una situazione di estrema difficoltà per i contribuenti, tanto che molti di loro hanno iniziato a prendere in considerazione l’ipotesi di effettuare la cosiddetta surroga del mutuo.
Surroga del mutuo: in cosa consiste e perché conviene
Per chi non fosse pratico di questi aspetti tecnici, quando si parla di surroga del mutuo si intende la possibilità di trasferire il debito contratto con una banca verso un altro istituto di credito.
Parliamo di un’operazione che non prevede alcuna tassa aggiuntiva per il debitore, che non deve versare alcunché nei confronti del vecchio creditore (né tantomeno del nuovo).
Tra i vantaggi di questa scelta c’è la possibilità di richiedere al nuovo soggetto economico il passaggio dal tasso variabile a quello fisso. Una condizione che non può essere negata se sussiste almeno una delle seguenti condizioni:
- il mutuo è relativo all’acquisto di una prima casa;
- il debitore non ha mai saltato il versamento di alcuna rata con la vecchia banca;
- il debitore ha un valore ISEE annuo inferiore ai 35mila euro lordi.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.