“Scappo dalla città”, in quanti lo hanno pensato almeno una volta? Rifugiarsi in campagna, immergersi nei tempi della natura e delle stagioni. Spesso alla base di questo desiderio c’è l’esigenza di una vita più semplice, genuina e meno influenzata dallo stress cittadino.
Sembra proprio che sia un buon momento per tornare indietro, per ricominciare a dare fiducia ed investire denaro in una realtà che sembrava essere sorpassata ma che è, e possibilmente continuare ad essere, la base di tutto: la terra. Il mercato del terreno appare in fase di stallo ma alcuni cambiamenti fanno credere che stia iniziando un buon periodo per fare investimenti in questo settore: innanzitutto l’urbanizzazione molte forte degli ultimi periodi ha reso i terreni agricoli poco presenti e quindi molto ricercati, in secondo luogo i prezzi si sono sempre rivalutati anche quando il comparto delle abitazioni ha iniziato a scendere, si dice che in media la crescita sia stata, negli ultimi tredici anni, del 22 per cento.
Ma esistono differenze nei prezzi e nel valore nel nostro Paese? A livello italiano il prezzo medio dei prezzi varia dai venti ai trenta mila euro per ogni ettaro, in realtà sono molteplici i fattori che influenzano i costi: dal tipo di coltivazione che è possibile praticare, alla presenza di acqua ma anche l’accessibilità e la zona in cui si trova il terreno. Notevoli sono le diversità tra regione e regione, giusto per fare alcuni esempi, un terreno coltivato ad oliveti in Basilicata ha un prezzo intorno ai dieci mila euro all’ettaro mentre può arrivare anche a settantacinque mila in Liguria; un ettaro di terra con coltivazione di frutta in Toscana può costare circa dieci mila euro mentre in Trentino Alto Adige raggiunge il picco massimo di oltre duecento mila euro.
Anche in questo settore, come nel comparto degli immobili, c’è una realtà che non conosce la crisi e che continua a tenere alti i costi: sono gli appezzamenti di terreno pregiati ad i quali sono interessati soprattutto compratori strani, cinesi ed americani in primo luogo.
Grazie al grande patrimonio rurale della nostra penisola e alle nuove possibilità di sviluppo messe in atto dalle varie regioni, a volte anche in accordo con il demanio, questo sogno può diventare realtà per chi da solo, o in gruppo, volesse promuovere un uso sostenibile delle risorse del territorio.
Nel 2015 secondo un rapporto della Coldiretti c’è stato un aumento del 76% delle ragazze under 34 che hanno scelto di lavorare come imprenditrici agricole. La crescita femminile è pari al triplo di quella registrata tra i coetanei maschi che aumentano comunque del 27%,
Ma il vero dato interessante è quello degli “, persone che provengono da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sul settore primario. Secondo l’analisi condotta da Coldiretti/Ixè, la metà di loro è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso della scelta fatta ed è più soddisfatto di prima.
Secondo Francesco Nastasi, agricoltore di prima generazione del Giarolo, “Il mondo economico in cui siamo cresciuti non offre più le stesse prospettive di carriera e le possibilità lavorative di anni fa. Inoltre ci sono dei genitori che hanno risparmiato negli anni ‘70,’80,’90 e che sono felici di investire nella comunità agricola di un figlio perché si rendono conto che è una buona opportunità”. Un’analisi che trova conferma nello studio di Coldiretti che evidenzia come la scelta di diventare imprenditore agricolo viene apprezzata, per il 57%, anche da genitori e parenti.
Se siete tra chi vorrebbe intraprendere questo percorso ma è ancora indeciso potreste passare le vostre vacanze in una delle oltre 300 piccole aziende agricole a conduzione familiare, fattorie didattiche e agriturismi vari presenti in Italia, in cui potreste passare le vostre vacanze e “saggiare” se questo stile di vita fa, veramente, per voi.