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Carnevale di Ivrea
Italia 19 dicembre 2024

Perché è famoso il Carnevale di Ivrea?


Scopriamo insieme tradizioni, curiosità e usanze del più antico Carnevale d’Italia, quello di Ivrea (Battaglia delle Arance inclusa).
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Sara Mostaccio

Giornalista, collaboratrice esterna di Immobiliare.it

Non solo è tra le feste più importanti del Piemonte, ma si annovera anche come il Carnevale più antico d’Italia. È il Carnevale di Ivrea di cui scopriamo oggi storia, leggende, personaggi.

Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questo evento, noto soprattutto per la celebre Battaglia delle Arance.

Un po’ di storia: la leggenda di Violetta

È nel Medioevo che il Carnevale di Ivrea affonda le sue radici profonde. Si lega a una leggenda che vede protagonista Violetta, la Vezzosa Mugnaia. Coraggiosa e impavida, uccise il Marchese di Monferrato che tiranneggiava la città. Prima lo sedusse, poi gli tagliò la testa. Davanti a quel gesto il popolo insorse e riconquistò la libertà.

Per questo il Carnevale di Ivrea non è solo un momento in cui il potere arretra e lascia il posto a chi di solito non lo esercita, come in tutti i carnevali del mondo. Qui ha anche un potente valore simbolico perché è legato alla storia del luogo e all’autodeterminazione del popolo che si liberò del tiranno.

Il Corteo Storico: la Vezzosa Mugnaia e gli altri personaggi

Per rievocare questo episodio si mette in scena ogni anno un Corteo Storico con Violetta la Vezzosa Mugnaia accompagnata da altri personaggi come: la Scorta d’Onore, il Generale che guida lo Stato Maggiore, Ufficiali e Vivandiere, il cerimoniere Sostituto Gran Cancelliere che custodisce la tradizione.

Dieci giovani Abbà rappresentano i cinque rioni di cui portano le bandiere e il Podestà è il simbolo del potere cittadino; c’è pure Toniotto, lo sposo di Violetta. Li accompagna la banda di Pifferi e Tamburi, che suonano durante la parata.


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Il Berretto Frigio

Su ordinanza del Generale, tutti i partecipanti – che siano cittadini o visitatori – sono obbligati a indossare il Berretto Frigio dal giovedì grasso fino alla fine della festa.

È un berretto rosso simile a una calza che rappresenta la solidarietà con la rivolta del popolo che si riprende la sua libertà. Sì, viene proprio dalla Rivoluzione Francese. Chi non lo indossa è considerato complice del tiranno e può essere colpito dagli aranceri.


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La Battaglia delle Arance di Ivrea

L’evento più noto del Carnevale di Ivrea, che finisce puntualmente anche in televisione, è la Battaglia delle Arance che si tiene in tutte le piazze principali della città dal lunedì al martedì grasso. È la rievocazione della rivolta del popolo con il tiranno.

Ogni pomeriggio le squadre che partecipano impersonano il popolo – a piedi e senza protezioni – e l’esercito – sui carri e con caschi di cuoio, si prendono a colpi di arance. Alla fine si premiano le squadre più ardimentose.

Ogni anno, per l’occasione, si consumano 7000 quintali di arance: arrivano soprattutto da Calabria e Sicilia.

Battaglia delle Arance al Carnevale di Ivrea

I carri del Carnevale di Ivrea

Nel corso del Carnevale sfilano per le vie anche carri allegorici. Il principale è sempre quello su cui si trova la Vezzosa Mugnaia, circondata da paggi e damigelle che distribuiscono mimose e caramelle.

Su altri carri si trovano altri personaggi della storia: ci sono anche i Carri da Getto, trainati da cavalli, con a bordo gli aranceri pronti alla battaglia. Tutti i carri sono vere opere d’arte realizzate da sapienti artigiani.

Aranceri, alla battaglia!

Le squadre di aranceri che si battono a colpi di frutti non sono mai improvvisate. Anzi, hanno una lunga tradizione e appartenervi è un onore. Le prime squadre a piedi si creano nel secondo dopoguerra nel rione della Olivetti. Si chiamano: Asso di Picche, Morte, Scorpioni d’Arduino, Scacchi, Pantere, Tuchini, Mercenari, Credendari e Diavoli.

Ogni squadra, composta da uomini e donne, si scaglia agguerrita contro gli avversari sui carri. Lo fanno indossando costumi con casacche legate in vita e sblusate per trasportare le arance, con campanelli alle caviglie. Si combatte però sempre con lealtà e spesso gli avversari a fine battaglia si danno la mano riconoscendosi coraggio e abilità.

Le squadre degli aranceri

Le squadre sono sempre nove e si posizionano tradizionalmente in diversi punti della città:

I Carri da Getto passano per le varie piazze tirati da pariglie o quadriglie. Oltre alla precisione del tiro e al coraggio dimostrato in battaglia, vengono valutati anche la bellezza dei finimenti dei carri. Alla fine del carnevale si stilano le classifiche.

L’Epifania, quando tutto ha inizio

Tradizionalmente, lo Storico Carnevale di Ivrea ha inizio già il giorno dell’Epifania quando Pifferi e Tamburi suonano girando per la città. Lo stesso giorno viene scelto il Generale in piazza di Città.

I gruppi storici rendono omaggio al Podestà. Si mette in scena la Cerimonia del Sale e del Pane, seguita dalla Cerimonia dei Ceri durante la quale il Podestà dona un cero votivo al vescovo invocando protezione sulla città.

Le Fagiolate

Nelle domeniche che precedono il Carnevale si distribuiscono le Fagiolate nei rioni della città. L’usanza risale al Medioevo, quando le confraternite del posto distribuivano i fagioli alle famiglie più povere.

Tuttora le fagiolate si fanno cuocere dentro enormi pentoloni di rame insieme a cotenne, cipolle, cotechini e zamponi. La Fagiolata del Castellazzo è la più antica e risale al 1300.

Il Giovedì Grasso

A partire da questo giorno i poteri passano la Sindaco al Generale e la cittadinanza (ma pure i visitatori) viene invitata a indossare il berretto frigio. Il Corteo Storico sfila tra le vie della città.

Carnevale di Ivrea

Il Sabato di Carnevale

In questo giorno la cittadinanza fa la conoscenza della Vezzosa Mugnaia e del suo seguito che compaiono sulla loggia del Palazzo Municipale. Subito dopo parte il Corteo Storico a cui si accodano le squadre di aranceri.

La Domenica di Carnevale: la Preda in Dora

È il giorno in cui avviene uno degli eventi più simbolici del Carnevale di Ivrea, la Preda in Dora. Il Podestà, accompagnato dai Credendari, dagli Abbà e da Pifferi e Tamburi, getta nella Dora una pietra del Castellazzo dichiarando: “Hoc facimus in spretum olim Marchionis Montisferrati, nec permittemus aliquod aedificium fieri ubi erant turres domini Marchionis”.

Significa: “lo facciamo in spregio del Marchese del Monferrato e non permetteremo che alcun edificio venga costruito dove sorgevano le torri del marchese”.

Lunedì di Carnevale

La Battaglia delle Arance ha inizio: i carri si dispongono in giro per la città e le squadre di aranceri si schierano. Il clou del Carnevale di Ivrea comincia proprio adesso.

Il Martedì Grasso

Gli aranceri continuano a darsi battaglia e alla fine della giornata si premiano le tre squadre che hanno prevalso per precisione del tiro, correttezza del gioco e bellezza dell’allestimento di costumi e carri.

L’Abbruciamento dello Scarlo

La sera del Martedì Grasso sulle piazze si bruciano gli Scarli.

L’Abbruciamento dello Scarlo più importante è quello di piazza di Città dov’è la Mugnaia in persona ad assistere al momento in cui gli Abbà danno fuoco allo scarlo, un palo alto con una bandiera in cima. Gli Abbà levano la spada finché la bandiera non si è bruciata del tutto.

Secondo la credenza popolare, più il palo brucia in fretta, migliori saranno gli auspici per il resto dell’anno.

Il Funerale del Carnevale

Quando tutti gli scarli sono stati bruciati, il Generale scende da cavallo e dà inizio al Funerale del Carnevale. Gli Ufficiali trascinano le spade sul selciato, Pifferi e Tamburi suonano una marcia funebre, il corteo diventa silenzioso. 

Il Mercoledì delle ceneri: polenta e merluzzo

Il Carnevale è finito e nel primo giorno di Quaresima si distribuiscono polenta e merluzzo su piazza Lamarmora, nel rione Borghetto. Il cibo è preparato dal Comitato della Croazia che da 70 anni si occupa di questa antichissima tradizione risalente al 1500.

I croati, presenti in città da molto tempo, fanno capo al Bano che gestisce la distribuzione del cibo.

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