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Matera
Italia 20 ottobre 2024

Perché Matera vuole passare in Puglia (e può farlo davvero?)


Sopriamo le ragioni per cui c’è chi desidera, attraverso l’indizione di un Referendum, che Matera entri a far parte del territorio pugliese.
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Caterina Vasaturo

Giornalista, collaboratrice esterna di Immobiliare.it

Da qualche tempo, il dibattito politico e sociale in Basilicata ha preso una piega inaspettata: l’idea di un possibile passaggio della città di Matera, la “Città dei Sassi” patrimonio UNESCO, alla regione Puglia.

Questa proposta, che può sembrare un’idea radicale o provocatoria, ha radici più profonde e complesse, che riguardano questioni economiche, culturali e amministrative. Ma quanto è fattibile questo cambiamento e perché Matera vorrebbe farlo? Scopriamolo insieme.


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Le ragioni del malcontento

Matera è una città dalla storia millenaria e, soprattutto negli ultimi decenni, ha conosciuto una fase di rinascita straordinaria. La designazione di questa provincia della Basilicata a Capitale Europea della Cultura nel 2019 ha portato un’ondata di visibilità internazionale, turismo e investimenti. Tuttavia, nonostante questi successi, molti cittadini e rappresentanti politici locali lamentano un senso di abbandono da parte delle istituzioni regionali.

Uno dei principali motivi di malcontento è la percezione che Potenza, il capoluogo lucano, riceva la maggior parte delle risorse e delle attenzioni, lasciando Matera in una posizione subordinata. Le infrastrutture e i servizi sono spesso citati come prova di questa disparità: Matera soffre di collegamenti ferroviari limitati, strade mal mantenute e una mancanza di investimenti strutturali che, secondo alcuni, impediscono alla città di svilupparsi appieno.

L’attrattiva della Puglia

La Puglia si presenta, invece, come una regione dinamica, che negli ultimi anni ha saputo valorizzare il proprio territorio, promuovendo il turismo, l’agroalimentare e lo sviluppo tecnologico. L’amministrazione pugliese è spesso lodata per le politiche di innovazione e crescita sostenibile, fattori che rendono la regione un modello appetibile per i materani insoddisfatti.

Inoltre, la vicinanza geografica e culturale tra Matera e la Puglia rende l’idea del passaggio meno drastico di quanto potrebbe sembrare. Matera si trova a poche decine di chilometri dal confine pugliese, e i legami storici, economici e sociali tra la città e alcune province pugliesi sono molto forti. Molti materani si recano frequentemente in Puglia per lavoro o svago, rafforzando il legame percepito con la regione confinante.

È davvero possibile il passaggio?

A livello legislativo, un cambiamento di confine tra regioni è tecnicamente possibile, ma estremamente complesso. La Costituzione Italiana prevede che modifiche territoriali possano avvenire tramite legge costituzionale, previo referendum consultivo nelle aree interessate.

Questo significa che, per il passaggio di Matera dalla Basilicata alla Puglia, sarebbe necessaria una mobilitazione popolare che porti prima a un referendum, e successivamente all’approvazione di una legge da parte del Parlamento.

È così che gli ex senatori Corrado Danzi e Tito Di Maggio, fondatori dell’associazione “Matera Terra d’Otranto”, lo scorso 10 ottobre hanno presentato alla Segreteria del Comune di Matera la richiesta di indizione del Referendum, corredata da 64 firme. Il Consiglio comunale avrà 15 giorni per pronunciarsi: la decisione dovrà, poi, essere comunicata ai proponenti, che avranno 60 giorni per raccogliere le firme necessarie. Il Referendum è indetto nei 120 giorni dopo la presentazione delle firme.

Cosa potrebbe succedere?

La questione del referendum è particolarmente delicata. Da una parte, c’è il rischio che una simile iniziativa venga percepita come un tentativo divisivo, capace di esacerbare le tensioni tra le diverse parti della Basilicata. Dall’altra, se un movimento di opinione a favore del passaggio dovesse guadagnare abbastanza forza, la politica non potrebbe ignorarlo.

Tra i vantaggi che i sostenitori del passaggio alla Puglia evidenziano, ci sono la possibilità di ottenere maggiori investimenti infrastrutturali, una gestione più efficiente del turismo e una maggiore vicinanza politica a un’amministrazione regionale percepita come più dinamica. Inoltre, l’inclusione di Matera in una regione più grande e popolosa potrebbe aumentare il peso politico della città a livello nazionale.

D’altra parte, ci sono anche rischi e sfide significative. La Basilicata perderebbe una delle sue città più importanti e simboliche, il che potrebbe danneggiare l’equilibrio socio-economico della regione. Inoltre, un’eventuale transizione amministrativa potrebbe essere complessa e lunga, con incertezze sugli effetti a lungo termine per i residenti di Matera.

La questione solleva interrogativi importanti sulla governance regionale e sulla distribuzione equa delle risorse, temi che resteranno centrali nel dibattito politico della Basilicata e del Mezzogiorno nei prossimi anni.

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