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Genova
Italia 4 aprile 2025

Viaggio tra i caruggi a Genova: cosa sono e a cosa servivano


In passato nei caruggi si perdevano gli invasori: alla scoperta delle stradine caratteristiche di Genova.
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Nicola Teofilo

Giornalista, collaboratore esterno di Immobiliare.it

Tra i caruggi di Genova si respirano ancora i fasti del movimento culturale e artistico della scuola genovese, sviluppatosi e radicatosi a partire dagli anni Sessanta del Novecento. I vicoli che conducono al porto di Genova sono protagonisti di numerose canzoni composte in quell’epoca.

In prossimità di trivi (in genovese sono gli incroci di tre strade), la creuza (che in realtà è una mulattiera, diversa dal carruggio) diventa una Creuza de mâ, ovvero la crêuza di mare decantata da Fabrizio De André nel brano omonimo.

Ma cosa sono i caruggi e qual è la loro storia? Scopriamo insieme tutte le caratteristiche di queste stradine di Genova.

Cosa sono i caruggi?

Caruggio si può tradurre in “vicolo”, ma la radice etimologica è latina, e significa “quadrivium”, ossia incrocio di quattro strade, in riferimento ai tanti dedali di vie che si incontrano nei tipici centri storici mediterranei, oggi promenade lungo le tappe di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo.

Caruggio avrebbe anche origine araba e deriverebbe dalla parola “kharuj”, che significa “uscita, in riferimento al fatto che queste viuzze conducono verso il porto di Genova.

A cosa servivano i caruggi?

Queste strette vie si ramificano dal cuore pulsante del centro storico al porto di Genova. Si configurano come arterie di un sistema urbanistico complesso, costituito da ben 113 ettari di strade, facendo di questa antica repubblica mercantile una delle città medievali più interessanti d’Europa.

Proprio a Genova, infatti, si trafficavano merci, nasceva la fiorente borghesia, partivano le navi alla conquista delle Americhe o i fedeli verso la crociata in Terra Santa.

Queste strade in passato avevano una funzione difensiva. In questo dedalo, dove oggi si perdono i turisti, si perdevano gli invasori che non conoscevano la città, contro i quali i genovesi tendevano imboscate per cacciarli.

I caruggi rappresentavano un sistema difensivo invalicabile, costeggiavano residenze di famiglie nobiliari e mercanti, ma oggi sono traccia di un melting pot culturale, dove etnie e culture convivono tra le abitazioni.

Cosa vedere tra i caruggi più conosciuti

I caruggi si incrociano e spiazzano i visitatori che si ritrovano su piazze più piccole, per poi perdersi in altri vicoli. La maggior parte dei caruggi deve il suo nome alle varie attività artigianali che in passato si svolgevano proprio in specifiche vie della città.

Disseminati lungo i percorsi ci sono complessi architettonici di rilievo, come quello di San Giovanni di Prè, anche conosciuto come la Commenda di Prè, costruito nel 1180 per volontà dei Cavalieri Gerosolimitani. Qui sorgeva la Chiesa del Santo Sepolcro in stile romanico.

Percorrendo i carruggi si può scorgere anche i Palazzo dei Rolli in via Garibaldi o la celebre Via del Campo.

E ancora, notevoli i palazzi adornati di opere d’arte rimasti intatti; edifici in stile rinascimentale divenuti sede di musei, fondazioni, circoli, banche, uffici pubblici e privati, botteghe artigiane.

Di particolare interesse sono i Portici di Sottoripa (al civico 113 rosso c’è la Friggitoria Carrega dove assaggiare la tradizionale farinata di ceci), Via degli Orefici e Vico del Ferro.

In Piazza Soziglia si trova anche una delle pasticcerie preferite da Giuseppe Verdi, ma anche drogherie e antiche caffetterie. Alla fine i caruggi aprono verso lo spazio infinito del mare, in particolare al faro de La Lanterna, che risale all’epoca del doge Andrea Centurione Pietrasanta.

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