Collaboratrice di Immobiliare.it
Milano ha approvato un piano per rafforzare la medicina territoriale, incrementare l’accoglienza e il supporto su tutto il territorio cittadino. Tra le 24 strutture scelte per questo piano d’assistenza civica troviamo anche:
Con gli indirizzi alla mano, la Regione Lombardia ha potuto approvare la delibera per un’azione concreta sul territorio. L’elenco delle strutture scelte, spiega l’assessore al Welfare e alla salute del Comune, Lamberto Bertolè, “è nato grazie anche a un confronto costruttivo con Ats, che ha consentito di accogliere diverse delle proposte presentate dal Comune. Palazzo Marino, infatti, anche raccogliendo le richiese dei Municipi, ha messo a disposizione del piano dieci tra immobili o aree”.
Osservando attentamente la mappa di Milano si può facilmente notare la posizione delle strutture e degli immobili in aree strategiche:
Queste scelte comunque non sono definitive o svincolate da possibili cambiamenti, infatti in merito alla copertura per il terzo municipio “stiamo valutando di proporre un’altra struttura da avviare in seguito” spiega Bertolè.
Inoltre guardando a un futuro ancora più lontano, si potranno considerare anche gli attuali spazi del Besta, quando l’istituto si trasferirà sulle ex aree Falck nella nuova Città della Salute. Mentre Al confine tra il terzo e il quarto Municipio compare viale Piceno. Da citare sono anche le strutture a via Salomone all’angolo tra Bonfadini, la casa medica a via dei Cinquecento, via Ghini e via De Andrè.
Strategica la scelta di via Gola, che ospita una tra le case popolari più difficili, ma anche le case di comunità in: via Faenza angolo via Chiodi, via Caterina da Forlì, via Stromboli e via Valsesia, via Monreale e via Farini e poi, via Betti, via Aldini, piazza Accursio, viale Jenner, viale Zara, via Moncalieri, via Ippocrate.
“La vera sfida comincia adesso ed è quella di definire un modello di funzionamento che consenta un reale potenziamento e non una semplice razionalizzazione delle risorse esistenti sulla medicina di territorio – spiega Bertolè -, le cui carenze sono emerse in modo evidente durante la pandemia. Per farlo è necessario un confronto constante sui contenuti, un investimento sul personale e ovviamente assicurare tutte le risorse per gli investimenti necessari alla realizzazione di queste prime 24 case di comunità milanesi”.
Avvicinare i servizi ai cittadini, occuparsi meglio della cronicità, integrare le risposte sociosanitarie, l’assistenza domiciliare, ridurre l’uso improprio dei diversi punti di pronto soccorso e occuparsi della carenza del personale e nello specifico dei medici di medicina generale in alcuni quartieri della città, sono le priorità esplicitate da Bertolé.