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A chi appartiene politicamente la Groenlandia oggi?
Mondo 13 gennaio 2025

A chi appartiene politicamente la Groenlandia oggi?


La sua posizione strategica e le sue risorse la rendono la Groenlandia oggetto di interesse per diverse potenze, tra cui Stati Uniti e Cina.
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Emanuele Bianchi

Ex collaboratore esterno di Immobiliare.it

Con i suoi 2.175.600 km² di superficie la Groenlandia è l’isola più grande del mondo. Il suo è territorio, tra l’Oceano Atlantico del Nord e l’Oceano Artico, il Canada e l’Islanda, è per l’84% ricoperto da ghiacci. 

Nonostante la sua vastità, la popolazione è di sole 60.000 persone circa, concentrate principalmente lungo le coste sud-occidentali. Dal punto di vista politico, la Groenlandia è un caso unico: pur facendo parte del Regno di Danimarca, gode di un’ampia autonomia, gestita attraverso il proprio Parlamento e il proprio governo. 

Questo status speciale, combinato con la posizione strategica e la ricchezza di risorse naturali, pone la Groenlandia al centro di complesse dinamiche geopolitiche che coinvolgono diverse potenze mondiali.

Perché la Groenlandia fa parte della Danimarca?

La Groenlandia è stata una colonia della Danimarca dal 1721 fino al 1953, anno in cui è diventata parte integrante del Regno di Danimarca, pur mantenendo un elevato grado di autonomia. Nel 1973, con l’ingresso della Danimarca nell’Unione Europea, anche la Groenlandia è entrata a far parte dell’UE, per poi uscirne nel 1985 a seguito di un referendum. È stato il primo caso di ritiro di un Paese dall’Unione europea, una sorta di precursore della Brexit.

Il processo di indipendenza dalla Danimarca

Il cammino della Groenlandia verso l’autonomia è iniziato nel 1979 con l’introduzione dell’Home Rule, che ha istituito un governo e un Parlamento locali con competenze in materia di affari interni. Nel 2008, un referendum ha ulteriormente ampliato l’autonomia dell’isola, con il Self-Government Act entrato in vigore nel 2009. Questo atto ha rafforzato il potere legislativo ed esecutivo del governo groenlandese, in particolare nel settore delle risorse naturali.

Dal 2013, la Groenlandia ha compiuto un ulteriore passo verso l’indipendenza aprendo le porte agli investimenti esteri nei settori dell’estrazione di uranio e terre rare, prima di esclusivo controllo danese. La Danimarca, tuttavia, continua a gestire gli ambiti di difesa, politica estera e sicurezza.

L’impegno danese per la difesa e la politica estera in Groenlandia

La Danimarca, consapevole dell’importanza strategica della Groenlandia, sta aumentando gli investimenti nella difesa e nella sorveglianza dell’Artico. A gennaio 2024, il governo danese ha annunciato lo stanziamento di 2,74 miliardi di corone danesi (circa 400 milioni di dollari) per rafforzare la presenza militare nell’area, con l’impiego di droni a lungo raggio e in linea con la politica di difesa congiunta UE-NATO.

Perché la Groenlandia è fondamentale per gli USA e la NATO?

La Groenlandia, con i suoi vasti giacimenti di idrocarburi, minerali e terre rare, è un territorio di grande interesse economico e strategico. Durante la Guerra Fredda, l’isola ha svolto un ruolo cruciale per la sua posizione al centro tra i porti sovietici e il Nord America, ospitando la base aerea di Thule, ancora oggi utilizzata dagli Stati Uniti.

Oggi, con la fusione dei ghiacci artici e l’apertura di nuove rotte marittime, la Groenlandia è al centro dell’attenzione di diverse potenze, tra cui Cina e Stati Uniti. La Cina punta a rafforzare la cooperazione economica con l’isola, investendo in attività estrattive e infrastrutture. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno siglato nel 2023 un accordo con la Danimarca per rafforzare la presenza NATO nella regione.

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