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Cosa succede al Pantheon di Roma quando piove: è vero che l’acqua non entra? 
Roma 25 agosto 2024

Cosa succede al Pantheon di Roma quando piove: è vero che l’acqua non entra? 


Ogni leggenda metropolitana ha un fondo di verità. Scopri quella dell’antico monumento romano con la sua sorprendente capacità di gestire la pioggia.
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Caterina Vasaturo

Giornalista, collaboratrice esterna di Immobiliare.it

Sei all’interno del Pantheon di Roma, avvolto dall’ombra delle sue antiche mura, quando improvvisamente inizia a piovere. L’acqua cade dall’alto, attraversando l’oculus al centro della cupola, un’apertura che sembra connettere il cielo alla terra. Nonostante la pioggia, l’atmosfera non perde il suo fascino, al contrario: gocce d’acqua scintillanti scendono silenziose, quasi in reverenza, per poi sparire nel pavimento sotto i tuoi piedi. In quel momento, ti rendi conto che sei testimone di un fenomeno unico, frutto di un ingegno architettonico millenario. Scopriamo, nel dettaglio, cosa succede al Pantheon quando piove.

Un’architettura che sfida il tempo

È tra i monumenti più iconici e meglio conservati della Capitale, un’opera d’arte che affascina i visitatori di tutto il mondo. Tra le caratteristiche più suggestive del Pantheon come non citare l’oculus, apertura circolare al centro della cupola (una delle più grandi d’Italia), esempio perfetto di come gli antichi romani siano riusciti a fondere funzionalità e simbolismo in un’unica struttura, grazie alla capacità di gestire le intemperie.

Non è un caso che il Pantheon, costruito nel 27 a.C. da Agrippa e riedificato da Adriano tra il 110 e il 125 d.C., sia rimasto in piedi per quasi duemila anni, continuando a incantare e a incuriosire, specialmente quando il cielo si copre di nuvole e la pioggia inizia a cadere.

La meraviglia dell’oculus

La cupola del Pantheon, realizzata con tufo, calcestruzzo e pietra pomice su una cassettatura in legno, ha un’unica fonte di luce naturale: l’oculus (occhio), “finestra” dal diametro di circa 9 metri, vero e proprio collegamento tra il tempio e il cielo, tra la dimensione terrena e quella divina.

L’apertura non è solo un elemento decorativo, ma ha un ruolo funzionale (la cupola sarebbe caduta per il peso eccessivo, se fosse stata coperta) e simbolico (consentiva agli antichi di comunicare direttamente con le divinità). Ciò rende l’interno della struttura quasi etereo, specialmente quando il sole penetra dall’alto, illuminando l’ambiente con un fascio di luce che ti sembra di poter toccare.

La pioggia dentro il Pantheon: realtà o mito?

C’è un fondo di verità nella leggenda secondo cui, quando piove, l’acqua non entra nel Pantheon, nonostante l’apertura sulla cupola… o quasi! È tutto merito del cosiddetto “effetto camino”: in pratica, si crea una corrente d’aria calda, che va verso l’alto e, incontrando le gocce di pioggia, le nebulizza.

Ovviamente, la situazione cambia in caso di forti temporali: l’acqua entra nell’edificio, ma in forma minore rispetto a quanto si creda. Ciò grazie alla presenza di fori di drenaggio installati sul pavimento e a una lieve inclinazione verso l’esterno (invisibile a un occhio poco attento), che evitano la formazione di pozzanghere.

Quindi piove (poco) anche nel Pantheon, ma non ce ne accorgiamo (o quasi). L’atmosfera che si crea all’interno del tempio è semplicemente magica, e lo trasforma in un luogo dove la natura e l’architettura dialogano in armonia.

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