Palazzo Braschi, uno degli edifici storici più affascinanti di Roma, è situato tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II, in pieno centro città. La sua costruzione ebbe inizio nel 1792 per volere di Papa Pio VI, con l’intento di creare una residenza per la sua famiglia.
Il progetto fu affidato all’architetto imolese Cosimo Morelli, celebre per il suo stile barocco–neoclassico. Il palazzo venne costruito sull’area precedentemente occupata dal quattrocentesco Palazzo Orsini, che fu demolito nel 1791.
Un capolavoro barocco-neoclassico
Palazzo Braschi è un esempio emblematico dell’architettura barocco-neoclassica. La facciata principale su Piazza San Pantaleo è caratterizzata da due grandi colonne di marmo cipollino che incorniciano l’ingresso principale, sopra il quale troneggia lo stemma della famiglia Braschi.
L’interno del palazzo vanta un cortile quadrangolare che ricorda quelli della Reggia di Caserta, progettata da Luigi Vanvitelli. Uno degli elementi più spettacolari è lo scalone d’onore, probabilmente progettato da Giuseppe Valadier, ornato da statue antiche e bassorilievi opera di Luigi Acquisti.
La costruzione del Palazzo Braschi
La costruzione del Palazzo Braschi non avvenne in modo lineare, l’occupazione francese del 1798 causò una prima interruzione dei lavori, che coincise con la morte di Papa Pio VI, all’epoca in esilio. I lavori ripresero nel 1802 e nel 1804 venne completato lo scalone monumentale del palazzo.
Tuttavia, a causa dei problemi economici del duca Luigi Braschi Onesti, erede della famiglia, alla sua morte nel 1816 alcune decorazioni rimasero incompiute.
Dall’Unità d’Italia alla Seconda Guerra Mondiale
Con l’unificazione d’Italia nel 1871, Palazzo Braschi passò alla proprietà dello Stato Italiano. Inizialmente destinato a sede del Ministero dell’Interno, il palazzo fu poi utilizzato dalla Federazione Fascista dell’Urbe durante il periodo fascista.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo fu temporaneamente adibito a rifugio per trecento famiglie di senzatetto, anni durante i quali vennero causati danni significativi agli affreschi e ai pavimenti, a causa dell’uso di fuochi interni per scaldarsi.
Palazzo Braschi diventa museo
Nel 1949, Palazzo Braschi divenne la sede del Museo di Roma, istituzione che tuttora vi risiede. La proprietà dell’edificio passò ufficialmente all’Amministrazione capitolina nel 1990. Tra il 1987 e il 2002, il palazzo subì importanti lavori di ristrutturazione e restauro, necessari per risolvere i gravi problemi strutturali e per preservare le opere d’arte rimaste. Dopo una lunga chiusura per inagibilità, il palazzo riaprì al pubblico nel 2002.
Nel 2017, il Museo di Roma inaugurò un nuovo allestimento, che offre un percorso tematico attraverso le sale del secondo e terzo piano, mentre il primo piano è dedicato alle mostre temporanee.
La collezione Braschi e altre opere
All’interno, Palazzo Braschi presenta un’architettura che combina eleganza e imponenza. Il cortile e lo scalone sono solo l’inizio di una visita che porta attraverso sale magnificamente decorate, molte delle quali sono state restaurate per ospitare le collezioni del Museo di Roma.
Sebbene gran parte della collezione Braschi originale sia andata dispersa, le statue e i bassorilievi che rimangono offrono uno sguardo prezioso sull’arte e la cultura dell’epoca.