Terratetto unifamiliare via Fiume 20, Marittima, Diso

Esistono nidi in cui rifugiarsi quando si ha bisogno di pace interiore, l’abbraccio rassicurante delle radici è tutto nelle mura di case antiche che sanno raccontare un mondo, quello delle grandi famiglie di un tempo, vite plasmate dalle mani di bisogni semplici e sogni che hanno generato nuove latitudini. Questa volta la nostra curiosità fa tappa a Marittima, più precisamente in via Fiume, stradina adagiata sul fianco levantino del centro storico, lungo il versante che declina dolcemente verso il mare.

Una facciata dalle simmetrie elleniche tradisce il senso illibato di qualcosa che sfugge alla dimensione del tempo ed è sufficiente un passo, oltre la soglia di casa, per rendersi conto di essere al centro di un vero e proprio viaggio sentimentale. La cromia è perfetta, con il granigliato della pavimentazione a imprimere uno straordinario effetto cosmico, reso ancor più sublime dalla corniciatura in duplice ordine di colore. Intorno alla prima sala ruota l’equilibrio dell’intero ambiente domestico, la volta “a coda di rondine” esalta l’eleganza dispositiva delle porte, che nel richiamarsi da un lato all’altro sortiscono l’effetto di dilatare gli spazi, mentre la luce del giorno fluisce generosa lungo la fortunata linea di esposizione della casa.

Nella stanza accanto, la storia domestica continua a respirare con la stessa grazia di linee e di colori dell’ambiente precedente. Una porta finestrata sulla destra ricalca alla perfezione le geometrie del primo ingresso e, al naturale istinto di volgere lo sguardo verso l’alto, segue il richiamo fulgido della finestra di ponente, che nella sua timidezza metrica apre al giardino retrostante, con la delicata fattezza di un segreto appena sussurrato. Dimostra un apprezzabile intelligenza spaziale la collocazione del bagno sull’estremità del corpo centrale, con la finestra che a ben guardare potrebbe essere spostata di 90 gradi o quanto meno essere ingrandita, per sfruttare al meglio il tocco benefico del sole.

Nel recuperare i passi disseminati alle nostre spalle ci è dato raccogliere il fascino dorato degli ambienti illuminati dalle vetrate, e ci basta giusto il tempo magico di oltrepassare la prima sala per ritrovarci in una cucina dai tratti autentici, emozione che ruota intorno al camino annicchiato sul muro di fondo, mentre la stella che domina la volta, nel variare di altezza, ha l’effetto amorevole di un palmo di mano posto a riparo di un nido. Un sottoscala intriso di memorie, sul fronte opposto del focolare, ospita una dispensa di altri tempi che ancora racconta, con i suoi chiodi consunti, la speranza colorata dei pomodori appesi d’estate, in attesa dell’inverno. Meravigliosa la porta vetrata che apre la vista sul grazioso giardino retrostante, dimensione di pace e di riservatezza incastonata tra le mura bianche e il cielo azzurro, dove riluce la saggia quiete della cisterna originaria, alimentata dal pluviale in coppi, in un gioco di richiami e di piccoli dettagli, reso ancor più intrigante dalla forma di questo spazio verde, capace di generare movimento attraverso l’intersezione di antiche geometrie.

È solenne ed emozionante al tempo stesso la scala in pietra che, dall’andito collocato a sinistra della prima sala, conduce alle terrazze di proprietà esclusiva della casa, dove è nitida la sensazione di essere al cospetto di un paesaggio che vive e respira, nell’intervallo magico tra l’entroterra e il mare. La bellezza dello scenario circostante è tutta raccolta nella distesa di case bianche e di giardini agrumati, che si rincorrono come farfalle sotto i colori magici del cielo, e quello che resta nel lento maturare del giorno è una serenità profonda che ci scivola dentro, conquista il cuore e non ci abbandona più.