Terreno edificabile in Vendita

RavennaAgrario
  • € 3.500.000
  • 55.000
Descrizione

V1520 Terreni per logistica oneri pagati (inparte)

V1520 terreni per logistica oneri in parte pagati. In zona comoda al transito di grandi autorimorchi per Logistica e tra i 10 e i 20 km dal porto di Ravenna) disponiamo di oltre 50.000mq di terreno su cui edificare circa il 30%. Oneri pagati (in parte) e possibilità di partire subito ad edificare (per la parte di oneri pagati)
La richiesta per tutti i 50.000mq è di € 3.500.000.
Possibilità di acquisire ulteriori 120.000mq sempre edificabili al 30% oggi agricoli con una spesa di €1.500.000.
Foto di repertorio e indirizzi orientativi comunque in provincia di Ravenna.

NOTIZIE STORICO GEOGRAFICHE DI RAVENNA

Ravenna è un comune italiano di 156 345 abitanti,capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna. È la città più grande e storicamente più importante della Romagna; il suo territorio comunale è il secondo in Italia per superficie (superato solo da quello di Roma) e comprende nove lidi della riviera romagnola.
Nella sua storia, è stata capitale tre volte: dell'Impero romano d'Occidente (402-476),[5] del Regno ostrogoto (493-540) e dell'Esarcato bizantino (584-751). Per le vestigia di questo luminoso passato, il complesso dei primi monumenti cristiani di Ravenna è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, come sito seriale "monumenti paleocristiani di Ravenna".
Nella seconda metà del XX secolo la città ha conosciuto un periodo di grande espansione. Alla crescita demografica si è affiancata una serie di progetti architettonici che si concentrano in particolare attorno al canale Candiano, che collega la città al mare Adriatico.
Origine del nome
Insediamento di epoca remota, il toponimo si ritiene derivi da un prelatino "*rava", probabilmente di origine umbra, che in origine designava un "dirupo prodotto da acqua che scorre" e successivamente "canale, palude, bassura, fanghiglia", unito ad un suffisso "-enna", di origine etrusca.
Storia
Le più antiche testimonianze archeologiche rinvenute permettono di datare almeno al V secolo a.C. la presenza degli Umbri nel ravennate dove rimasero indisturbati fino al III secolo a.C. quando iniziarono ad avvenire i primi contatti con la civiltà romana. La lunga indipendenza degli Umbri è dovuta alla particolare conformazione territoriale di Ravenna che fino al termine del medioevo permetteva di raggiungere la città solamente via acqua, questa caratteristica consentì alla popolazione di intrattenere floridi rapporti politici ed economici con gli Etruschi e i Galli pur rimanendo indipendente da essi.L'area del ravennate forniva una protezione naturale infatti era delimitata a est dal mare Adriatico, a ovest dalla valle Padusa, una vasta zona paludosa attraversata dai fiumi Santerno, Senio, Lamone, Montone e Ronco che a nord si congiungeva nell'intricato sistema idrico del delta del Po mentre a sud era collegata alla terraferma attraverso alcune dune sabbiose.
Gli storici antichi non riuscirono a identificare univocamente l'origine dell'insediamento preromano: per lo storico latino Plinio il Vecchio i fondatori della città sarebbero i Sabini; il greco Strabone invece afferma che i primi insediamenti della zona furono opera dei Tessali mentre per Dionigi di Alicarnasso degli Etruschi;[10] infine lo storico bizantino Giordane suppone che la zona fosse abitata dai Veneti mentre per Zosimo dai Pelasgi.
Storia antica; Ravenna romana.
I primi contatti fra la civiltà romana e la città di Ravenna sono documentati intorno al 220 a.C. e furono fin da subito caratterizzati da rapporti di amicizia e alleanza, tanto che nel corso del II secolo a.C. Ravenna diventò una città federata della Repubblica romana. La particolare posizione geografica della città convinse l'imperatore Augusto a dislocare nella località di Classe una grande flotta militare incaricata di vigilare sulla sicurezza dell'intero Mare nostrum insieme a quella di stanza nel porto di Miseno. Il porto di Classe fu poi collegato al delta del Po dalla fossa Augusta e raggiunse la sua massima espansione tra il II e il III secolo, epoca in cui secondo Cassio Dione il porto poteva contenere fino a 250 navi da guerra mentre la città era abitata da circa 10 000 persone delle quali molte provenienti da oriente e quindi cristiane. Nel 402 l'imperatore Onorio trasferì da Milano a Ravenna la capitale dell'Impero romano d'Occidente per sfuggire alle minacce del sovrano visigoto Alarico. Per via del suo status gli imperatori che si susseguirono diedero un grande impulso all'edilizia sacra e militare a cui si aggiunse uno sviluppo delle arti figurative durante il governo di Galla Placidia, nonostante ciò Ravenna fu dilaniata dalle continue lotte di potere che la condussero a un progressivo impoverimento generale. Oltre alle guerre intestine la città dovette affrontare anche il naturale fenomeno della subsidenza che provocò l'interramento della laguna che rese la zona paludosa e inutilizzabile il porto di Classe. Ravenna rimase capitale dell'impero fino al 476 quando il re degli Eruli Odoacre depose il giovane Romolo Augusto, per poi mantenere il potere fino al 493 quando sopraggiunse il re goto Teodorico il Grande. Divenuta capitale del regno Ravenna conobbe un periodo di forte espansione, furono ampliate le mura, bonificate le paludi, costruiti numerosi edifici religiosi e ristrutturate le infrastrutture di epoca romana, fu anche inaugurato un nuovo palazzo reale alla cui corte si distinsero numerosi studiosi come Severino Boezio, Cassiodoro, Giordane e il letterato Aratore.
Storia medievale: Ravenna bizantina.
I mosaici dell'imperatore Giustiniano I e sua moglie Teodora nella basilica di San Vitale, Dante alla corte di Guido Novello da Polenta
Con lo scoppio della guerra greco-gotica nel 540 il generale bizantino Belisario per conto dell'imperatore Giustiniano I conquistò Ravenna elevandola immediatamente a capitale dell'Esarcato d'Italia. La città divenne quindi un importante centro di scambio tra la cultura occidentale e quella orientale e nonostante la subsidenza del suolo e il grave dissesto idrogeologico generatosi il suo antico porto fu mantenuto in funzione. Giustiniano pose al soglio arcivescovile (primo nella storia) Massimiano, uomo a lui fedele che nel corso del suo mandato si preoccupò di rendere la città un importante centro culturale ecclesiastico al pari di Roma e Bisanzio inaugurando edifici maestosi come la basilica di San Vitale e ospitando a corte letterati del calibro di Rusticio Elpidio Domnulo e Venanzio Fortunato. La crescente importanza ed estensione dell'arcidiocesi di Ravenna, ormai autocefala e seconda solo a Roma, convinse nel 666 l'imperatore Costante II a emanare un privilegio che garantiva all'arcivescovato la piena giurisdizione sull'Emilia-Romagna. L'indipendenza e la potenza dell'arcidiocesi di Ravenna furono più volte oggetto di scontro con il papato, tanto che nel 680 l'arcivescovo Teodoro decise di abbandonare l'autocefalia provocando una serie di ribellioni e un progressivo indebolimento del potere arcivescovile che fu poi soppresso nel 751 con la caduta dell'esarcato e la venuta del re longobardo Astolfo.
Con la firma della Promissio Carisiaca nel 754 la città passò sotto il controllo del papato, ma di fatto il trattato non fu mai operativo in quanto gli arcivescovi con l'appoggio dell'aristocrazia locale mantennero la chiesa ravennate parzialmente indipendente da quella romana. Persa la funzione di capitale la città fu abbandonata a sé stessa e ciò provocò l'interramento del porto e il conseguente spopolamento di Classe, inoltre tra il 726 e il 744 la città fu soggetta a un violento terremoto che rovinò irrimediabilmente l'impianto urbanistico cittadino e rendendola di fatto una cava a cielo aperto. Le sorti della città si risollevarono temporaneamente nel X secolo quando l'imperatore Ottone I ordinò la costruzione di un palazzo reale in città per avvicinarsi agli arcivescovi ravennati, storicamente antagonisti del papa.
Nel corso della lotta per le investiture la chiesa di Ravenna si mantenne sempre fedele a tutti gli imperatori tanto che nel 1080 l'imperatore Enrico IV nominò antipapa l'allora arcivescovo Guiberto di Ravenna, fatto che compromise per lungo tempo i rapporti con Roma e che rese inevitabile la sconfitta dell'arcivescovato.
Così come nel resto d'Italia nel 1109 anche a Ravenna nacque il comune che nel 1181 sotto l'egida della famiglia dei Traversari riuscì parzialmente a liberarsi dall'influenza dall'arcivescovo. Nel 1240 però i Traversari si collocarono nella fazione guelfa e in risposta a questa decisione l'imperatore Federico II di Svevia attaccò la città distruggendola. In seguito alla cacciata dei Traversari iniziò a farsi largo tra la nobiltà ravennate la famiglia dei Da Polenta che con un colpo di stato nel 1275 instaurò una signoria cittadina sottomessa allo Stato pontificio. Nel corso del XIV secolo i polentani spinsero per la ricostruzione di case in muratura e il ripopolamento della città, inoltre investirono molte risorse nel ripristino dei canali fluviali consentendo alla città di ricollegarsi al mare Adriatico e al delta del Po. Nel 1313 durante la signoria di Guido Novello da Polenta, Ravenna accolse il poeta Dante Alighieri che vi morì di malaria nel 1321.

Storia moderna
Nei primi anni del XV secolo la Repubblica di Venezia offrì la sua protezione al signore di Ravenna Obizzo da Polenta, che per via della disparità di forze accettò. Questa condizione di subalternità continuò fino al 1438 quando per conto del duca di Milano Filippo Maria Visconti il capitano di ventura Niccolò Piccinino scese in Romagna conquistando Ravenna, la risposta di Venezia non si fece attendere e nel 1441 conquistò la città ed esiliò a Creta Ostasio III da Polenta ponendo fine alla signoria. Come per le altre città dello Stato da Tera i veneziani stravolsero la politica locale e militarizzarono la città costruendo terrapieni e altre opere difensive come la rocca Brancaleone, la città inoltre fu radicalmente ampliata e ristrutturata e iniziò ad accogliere un numero sempre maggiore di forestieri provenienti dalla Pianura Padana. I veneziani governarono Ravenna fino al 1509 quando in seguito alla battaglia di Agnadello furono costretti ad abbandonare la città che passo sotto il controllo dello Stato Pontificio.
In seguito all'acquisizione pontificia la città mutò repentinamente, alla politica veneziana si sostituì un'oligarchia di famiglie nobili capitanate dai Rasponi mentre molte delle opere veneziane furono devastate dai francesi nel 1512 nel corso di una battaglia. Dopo altri tre anni di governo veneziano nel 1530 col favore di papa Clemente VII i Rasponi imposero la loro egemonia sulla città avviandola a un progressivo declino economico e culturale parzialmente rallentato dall'arcivescovato che in piena controriforma diede inizio alla costruzione e alla ristrutturazione di alcuni edifici di culto come il duomo e la basilica di Santa Maria in Porto. Nel frattempo i problemi idrogeologici a cui la città era sempre stata afflitta si aggravarono, in particolare il progressivo innalzamento del letto dei fiumi Ronco e Montone causò tra il 1544 e il 1715 quindici alluvioni. Per risolvere il problema nel 1739 i due fiumi vennero deviati e fatti confluire nel canale dei Fiumi Uniti a sud della città e sul percorso del vecchio letto del fiume Montone venne aperto in onore di papa Clemente XII il canale Corsini. Nel corso del XVIII secolo a una lenta ripresa culturale si affiancò anche la costruzione di nuove chiese e di edifici pubblici come l'orfanotrofio maschile e la tomba di Dante.

Storia contemporanea
Con l'inizio della campagna d'Italia napoleonica il 26 giugno 1796 il generale Pierre Augereau entrò a Ravenna che diventò ben presto parte della Repubblica Cispadana e di conseguenza il potere e le terre dell'arcivescovato furono notevolmente ridotti. Dopo il momentaneo dominio napoleonico nel 1815 a Ravenna tornò nuovamente allo Stato Pontificio che dovette affrontare numerose rivolte spesso organizzate dalla carboneria e galvanizzate dalla presenza dl poeta e patriota George Byron.
Dal punto di vista economico però l'amministrazione pontificia con adeguate opere di bonifica incoraggiò la coltivazione del riso che consentì a imprenditori e affittuari di arricchirsi.
La risicoltura provocò un netto aumento della popolazione ravennate a cui però non conseguì una proporzionata espansione edilizia, pertanto intorno alla città nei pressi dei campi si andarono a creare molte baraccopoli abitate dai braccianti.
Con il plebiscito delle provincie dell'Emilia del 1860 Ravenna, città dal forte spirito repubblicano, fu integrata nel nascente Regno d'Italia. L'economia prevalentemente agricola della città basata sulla coltura del riso e della barbabietola da zucchero favorirono al nascita delle società di mutuo soccorso che si rafforzarono ulteriormente con l'inizio della meccanizzazione agricola e il conseguente licenziamento della gran parte dei braccianti.
Figura di primo piano nella lotta sindacale ravennate fu quella di Nullo Baldini che seppur di ispirazione socialdemocratica non riuscì ad arginare le violente proteste del 1914, che si ripeterono nell'estate del 1919 una volta conclusasi la prima guerra mondiale. Il movimento operaio subì un brusco arresto nel 1922 con l'inizio del fascismo. A Ravenna, così come in gran parte delle città italiane e dell'Impero, lasciò una visibile impronta architettonica con nuovi edifici pubblici aventi lo stile architettonico "imperiale", caratterizzato da elementi neoclassici, razionalisti e monumentali. Negli anni trenta si dedicò alla sistemazione di porto Corsini e alla creazione della località turistica Marina di Ravenna. I 150 bombardamenti della seconda guerra mondiale devastarono la città compromettendo numerosi monumenti il cui restauro iniziò immediatamente a guerra finita.
Nel dopoguerra Ravenna visse un forte sviluppo industriale e un conseguente aumento della popolazione grazie anche alla fondazione di una grande raffineria di petrolio, di uno stabilimento petrolchimico e allo sviluppo delle attività di estrazione del gas naturale.

Il secondo dopoguerra vide anche il verificarsi del fenomeno della subsidenza, cioè dell'abbassamento del suolo. Dovuto esclusivamente ad attività umane, ha interessato soprattuto il litorale. Il rapporto quinquennale Arpae uscito nel 2023 mostra come nei primi 20 anni del XXI secolo Lido di Dante ha perso 35 centimetri, seguito da Lido Adriano con 25 cm.
Caratteristiche
Riferimento e Data annuncio
V1520 Terreni Logistica RA - 11/04/2024
contratto
Vendita
tipologia
Terreno edificabile
superficie
55.000 m²
Costi
prezzo
€ 3.500.000
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