Maison individuelle via cairoli, 0, Alezio

Ad Alezio, in zona centrale, proponiamo in vendita interessante abitazione indipendente con esposizione angolare posta al piano primo con ampi esterni. La soluzione proposta, con ingresso da piano terra si sviluppa al piano primo in due unità abitative, rendendola particolarmente portata in una visione anche di investimento. Una delle 2 unità si sviluppa su una superfice interna di circa 115 mq, e dispone di: ingresso in soggiorno/pranzo recentemente ristrutturato con cucina vista, tre camere da letto con alti soffitti voltati, antibagno adibito a vano lavanderia e bagno. Inoltre, la zona giorno ha a sua disposizione un ampio terrazzo. A completamento dell’unità abitativa anche area solare. L’abitazione, inoltre, dispone di climatizzatore. Sempre al piano primo, la seconda soluzione è caratterizzata da soffitti voltati, e dispone di soggiorno/pranzo con cucina a vista, camera matrimoniale e servizio, e dispone sempre di accesso al medesimo ampio terrazzo, per una superfice interna totale pari a circa 65 mq.
La soluzione proposta include entrambe le unità, rendendola attraente in quanto una delle soluzioni può essere affittata, garantendo così una buona rendita.
Ne consigliamo la visione!!!

Alezio (Alytia in greco e messapico, Aletium in latino; fino al 1873 chiamata Villapicciotti) è un comune italiano di 5 668 abitanti[3] della provincia di Lecce in Puglia.
Situato nel versante occidentale del Salento, nell'entroterra di Gallipoli, dista 36,8 km dal capoluogo provinciale

La chiesa di Santa Maria della Lizza fu edificata tra la seconda metà del XII e la prima metà del XIII secolo. L'edificio presenta una pianta a croce latina, con i bracci del transetto sporgenti. All'esterno, addossato alla facciata nord, Carlo I d'Angiò fece edificare un pronao turrito per scopi difensivi. Gli affreschi conservati all'interno risalgono ad epoche diverse e possono essere raggruppati in tre fasi principali, comprese tra il X e il XVI secolo. La chiesa conserva alcune tele di pregevole fattura, databili tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, attribuite al gallipolino Gian Domenico Catalano e alla sua scuola. Venne elevata a Santuario nel 1950 dal vescovo Nicola Margiotta.