Vivenda familiar via 25 Luglio 40, Centro, Andrano

La vita delle case antiche raramente si interrompe, anche quando non sono abitate conservano un qualcosa di magico che si muove sottotraccia, un incantesimo che trasforma ogni dettaglio in una emozione vera e tangibile, un ritmo perspicuo che nell’apparenza di un sonno irreversibile muove desideri profondi di rinascita. Questa metrica dell’incanto si applica alla perfezione alla dimora che incontriamo in via XXV Luglio ad Andrano, nella cerchiatura storica del paese, che dalla vicina Piazza Castello libera itinerari di ampio respiro, in direzione del parco naturalistico e del mare.

Forse la cosa che più sorprende al cospetto del portale di ingresso, dalla cromia minerale e dal fascino mediterraneo, è la percezione chiara di stare per compiere un vero e proprio salto temporale, perché oltre l’intreccio piramidale dei conci posti al vertice, una piccola corte comune raccoglie il cielo azzurro in un palmo di mano, liberando sulla sinistra la porta di ingresso, da cui ha principio la sensualità storica del percorso domestico.

Una sala voltata a stella cattura la nostra curiosità lungo le linee matrici di una bellezza lontana e sospesa, in uno scenario incredibilmente avvolgente e famigliare, dove risaltano il fluire naturale della luce che proviene dalla corte e la distribuzione ottimale degli spazi intorno alla sala di ingresso. Sul versante di maestrale, una stanza voltata a botte, con “sale de bain” in posizione ancillare, delinea uno spazio interessante quanto inatteso, tanto più apprezzabile per la sua attitudine a variare nella destinazione d’uso, nell’ampio ventaglio di letture a cui si presta la casa nella sua distribuzione planimetrica.

L’ambiente a seguire, in direzione levantina, è una scena che riemerge involontariamente dalle profondità del passato. La volta a coda di rondine spinge ancor più in altezza, imprimendo slancio ed eleganza ad una stanza, che appare come ipnotizzata dalla disinvolta immortalità della finestra sospesa, mentre la vista del cielo si lascia setacciare, senza alcuna resistenza, da una tenda bianca di meditata semplicità.
Il passaggio alla sala da pranzo, con annesso cucinino finestrato, avviene all’insegna della luce e della proiezione sul patio, in un rapporto indoor-outdoor che, a giudizio di chi scrive, dovrebbe essere decisamente potenziato, immaginando di traslare la scala esterna tutta su un lato, in modo da liberare sulla facciata lo spazio vitale per una vetrata più generosa. Ne trarrebbe beneficio la zona giorno, che si estenderebbe istintivamente sul giardino, e se solo ci lasciassimo orientare dalla passione per il bello, sarebbe davvero un attimo immaginare il cortile come un chiostro lastricato in pietra, con una pergola in ferro e canniccio a preludio di questo meraviglioso spazio di libertà.

Accentua la percezione di pace e di serenità interiore il giardino che rincorre il cielo lungo la direttrice meridionale, nello spazio che oscilla tra l’unità abitativa, che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle, e l’ampio garage interconnesso, la cui entrata principale origina da via Fosse Ardeatine. L’estensione di questo secondo nucleo costruttivo, a sua volta presidiato da un cortile antistante e da un camino in posizione angolare, fa il paio con una soffittatura alta che permette di immaginarlo, a tutti gli effetti, come una seconda unità abitativa, completamente indipendente dalla prima.

Quello che in fine raccogliamo, negli occhi e nell’anima, salendo sull’ampia terrazza di proprietà esclusiva, è un paesaggio fatto di istinto primitivo, di pensieri abbandonati, di odore antico di limoni e di tenero silenzio, dove la gioia di vivere si apre come un’alba tra i colori sparsi del cielo, nello spazio sospeso di un portale di ricordi, dove il tempo rallenta la sua corsa per diventare un dolce sospiro.