Maso delle Zaghe
Maso delle Zaghe
Se da Mezzana (sci Marilleva 900 ) sali a mezzodì, dopo un chilometro ti appare Roncio.
Villaggio del ‘500, eremo di pace agreste e pastorale, in pietra e legno, con grandi fienili, una pieve del ‘500, fontane e lavatoio dove vedi far bucato. Dalla stalla senti ruminare e i campi esultano di ortaggi. D’inverno poi il paesaggio è un presepe.
Hai una visione spaziale su boschi e monti, dal Brenta, all’Adamello e sul torrente Noce, di cui - scomparso ormai ogni rumore - senti il perenne mormorio.
Qui il Maso delle zaghe, di Roberto - marchigiano, pensionato PI – cui l’annoso ruspare fra pietre e legni di un rustico da rifare e l’avversione al falso e al museale, lo stimolò a cimentarsi come gli veniva spontaneo, pur nel rispetto del sito : “ fantasie e trasgressioni sull’antico abitare di montagna “.
E così fu il secondo nome.
L’ arredo è un mix di mobili autentici d’epoca ed odierni, con legno di recupero, sovente su sfondo di pareti in pietra. Le zaghe? Nome locale dei letti della tradizione, su tavolato, oggi trasgressivi per il confort degli accessori
Servizi: autorimessa e piazzale auto, prato pensile (curato a biotopo), solarium su palafitte, ascensore, connessione internet, telefono con chiamate gratuite illimitate, convenzione ristorante, raccolta gratuita di uova, dal posatoio, nella stalla, visibile all’ingresso, oltre una doppia vetrata
Alloggi: componibili fino a tre ( 4/12 posti letto). Ciascuno ha poi versione giorno ( soggiorno-cucina) e notte ( due/tre ambienti letto, indipendenti nel transito bagno/ uscio )
Ambienti sociali:
“ El volt “ caminetto e sei tavoli, per grigliate, intrattenimento etc –
“ Taverna del far filò “ cottura con piastre e forni, a legna ed elettrico, per tavolate in gaia socialità di montagna; lavatrice, lavatoio, lavastoviglie, dispensa con generi primo arrivo ect
“ Saletta intima “ salotto tirolese, biblioteca, film montagna/natura/turismo locale
Dimensione abitativa e rapporto privacy/socialità sono quindi modellabili a gradimento.
Villaggio del ‘500, eremo di pace agreste e pastorale, in pietra e legno, con grandi fienili, una pieve del ‘500, fontane e lavatoio dove vedi far bucato. Dalla stalla senti ruminare e i campi esultano di ortaggi. D’inverno poi il paesaggio è un presepe.
Hai una visione spaziale su boschi e monti, dal Brenta, all’Adamello e sul torrente Noce, di cui - scomparso ormai ogni rumore - senti il perenne mormorio.
Qui il Maso delle zaghe, di Roberto - marchigiano, pensionato PI – cui l’annoso ruspare fra pietre e legni di un rustico da rifare e l’avversione al falso e al museale, lo stimolò a cimentarsi come gli veniva spontaneo, pur nel rispetto del sito : “ fantasie e trasgressioni sull’antico abitare di montagna “.
E così fu il secondo nome.
L’ arredo è un mix di mobili autentici d’epoca ed odierni, con legno di recupero, sovente su sfondo di pareti in pietra. Le zaghe? Nome locale dei letti della tradizione, su tavolato, oggi trasgressivi per il confort degli accessori
Servizi: autorimessa e piazzale auto, prato pensile (curato a biotopo), solarium su palafitte, ascensore, connessione internet, telefono con chiamate gratuite illimitate, convenzione ristorante, raccolta gratuita di uova, dal posatoio, nella stalla, visibile all’ingresso, oltre una doppia vetrata
Alloggi: componibili fino a tre ( 4/12 posti letto). Ciascuno ha poi versione giorno ( soggiorno-cucina) e notte ( due/tre ambienti letto, indipendenti nel transito bagno/ uscio )
Ambienti sociali:
“ El volt “ caminetto e sei tavoli, per grigliate, intrattenimento etc –
“ Taverna del far filò “ cottura con piastre e forni, a legna ed elettrico, per tavolate in gaia socialità di montagna; lavatrice, lavatoio, lavastoviglie, dispensa con generi primo arrivo ect
“ Saletta intima “ salotto tirolese, biblioteca, film montagna/natura/turismo locale
Dimensione abitativa e rapporto privacy/socialità sono quindi modellabili a gradimento.
Maso delle Zaghe
Roberto Sabbatini
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