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Il Cosmopolitan, il preferito di Carrie Bradshaw e delle sue amiche nella serie tv Sex and the City, e il Vodka Martini, rigorosamente “agitato e non mescolato” tanto amato da James Bond. Ma anche un flute di prosecco da bere all’aperitivo oppure un bicchiere di whisky da sorseggiare lentamente dopo cena.
Con la pandemia che ha stravolto e riscritto i riti e le abitudini di tutti e la diffusione dell’house bartending, l’arte del cocktail-fai-da-te arrivata dagli Stati Uniti che piace soprattutto ai Millennials, sono sempre di più le persone che preferiscono bere un drink a casa anziché uscire e andare in locali più o meno affollati.
Il ritorno del mobile bar
Una tendenza, iniziata a comparire già qualche anno fa e ora definitivamente esplosa, che – ovviamente non a caso – va di pari passo con il ritorno, dopo un lungo periodo di oblìo, di un mobile un tempo tipico di molte abitazioni: il mobile bar.
Facendosi portatore di un invito alla convivialità, al relax e alla riscoperta del piacere di stare a casa, questo tipo di mobile, capace di dare una svolta decisa alla decorazione dell’ambiente, sta infatti tornando protagonista in tanti progetti di interior design.
Personalizzazione e dettagli pregiati
Mobili di nicchia al confine con il lusso che permettono un altissimo grado di personalizzazione e offrono attrezzature specifiche per ogni esigenza, dai frigoriferi interni fino ai piani estraibili su cui preparare cocktail, e dettagli di pregio come il fondo a specchio o gli inserti in pelle.
Un esempio? Eden Rock di Roche Bobois, allestito con piani d’appoggio, cassetti e portabottiglie.
Ma anche Steward di Lema, nato dalla creatività del francese Christophe Pillet.
Oppure Alambra di Rimadesio, che reinterpreta le vetrine di una volta e può essere attrezzato con un frigorifero interno e un sistema di illuminazione a led.
Nuova vita anche al mobile bar
Ma quello del mobile bar non è l’unico grande ritorno dal passato legato al buon bere. Complice la passione per il vintage e per gli stili retrò, sta infatti vivendo una seconda giovinezza anche il carrello da bar.
In tutte le sue declinazioni. Da quelle che reinterpretano le linee dell’Art Déco a quelle che invece citano gli anni Sessanta; da quelle in acciaio a quelle in legno massello; da quelle attrezzate con vassoi estraibili e tasche portaoggetti a quelle minimal sia nel look che nei dettagli.
In ogni caso – e questo vale sia per i mobili bar che per i carrelli – alleati perfetti per provare a ritrovare (situazione sanitaria legata al Covid permettendo) il piacere di stare insieme.
di Ilenia Carlesimo