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Spesso, nel parlato comune ci si riferisce al domicilio e alla residenza come sinonimi, ma in atti ufficiali occorre prestare la massima attenzione, infatti per la legge sono due cose estremamente diverse.
Vediamo in che modo.
Cosa vuol dire avere residenza?
Legalmente la residenza deve essere la dimora fiscale del cittadino cui fa riferimento.
Naturalmente può essere cambiata presso un qualsiasi ufficio del Comune di residenza, ma sempre a patto che la residenza coincida con la dimora abituale.
Cosa si intende con domicilio?
Per il domicilio invece non serve nessun atto ufficiale e non è necessario che compaia su alcun documento.
La ragione alla base dell’esistenza del domicilio si esplica con l’indirizzo di reperibilità: ad esempio, si può scegliere un domicilio (di volta in volta differente) per ricevere comunicazioni per iscritto; documenti; corrispondenza di natura personale.
Esso può essere volontario se deciso dal singolo, oppure necessario (come per i minorenni, il quale deve coincidere obbligatoriamente con quello dei genitori).
Il domicilio è il luogo in cui si ha la sede principale degli affari e interessi.
Qualche esempio
Spesso residenza e domicilio coincidono ed è questo il motivo per cui si tende a fare confusione tra i due termini. Tuttavia, non è richiesto al soggetto di dimorare presso il domicilio selezionato (il quale può essere più d’uno), poiché risponde a questioni di natura pragmatica: ad esempio, una persona può selezionare come domicilio l’abitazione dei propri genitori al fine di facilitare la ricezione di lettere o pacchi.
La residenza invece deve legalmente coincidere con il luogo ove il soggetto dimora abitualmente o fiscalmente, è notificata in un documento ufficiale di un comune specifico ed è presente su tutti i propri documenti di identità.