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A volte, si sente parlare di campanilismo riferito all’atteggiamento degli abitanti di una città.
Campanilismo: che cosa significa?
Per campanilismo si intende un attaccamento esagerato ed esclusivo al proprio paese o alla propria città, ai propri usi e tradizioni, che spesso si traduce in una sorta di ostilità nei confronti degli altri paesi o di abitudini e usanze diverse.
Qual è l’origine del termine campanilismo
Il termine nasce in Italia nel XII secolo e deriva dalla parola campanile, la struttura architettonica a forma di torre, annessa a una chiesa o a un palazzo pubblico, che ospita una o più campane.
Il campanile, quindi, costituiva il simbolo del paese o della città, e lo contrapponeva agli altri.
L’uso della parola campanilismo, nel suo significato attuale, secondo un aneddoto deriverebbe da un episodio causato della rivalità fra due comuni della zona dell’attuale Campania, San Gennaro Vesuviano e Palma Campania.
Il quadrante del campanile di San Gennaro Vesuviano volgeva verso oriente, cioè verso Palma Campania, e fu lasciato volutamente senza orologio, affinché i cittadini di Palma non potessero leggere l’orario.
In generale, il termine oggi viene usato nell’ambito della sociologia per indicare le divisioni socio-culturali, ideologiche, economiche e sportive tra località rivali o tra quartieri e contrade dello stesso paese e, per traslato, tutti gli antagonismi legati a organizzazioni politiche o sportive e a personaggi di tutti i campi.
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Quali sono i casi più famosi di campanilismo nella storia
L’atteggiamento campanilistico fu molto accentuato proprio nel Medioevo, quando nacque il termine, e poi nel Rinascimento.
A Firenze nel Duecento e nel Trecento, vi fu una forte rivalità tra le fazioni politiche dei guelfi e dei ghibellini e, all’interno della prima, tra i guelfi bianchi e i guelfi neri: queste lotte furono raccontate all’interno della Divina Commedia e ne fu vittima lo stesso Dante Alighieri, che subì l’esilio e l’espropriazione dei beni.
Rivalità vi fu non solo per ragioni politiche, ma anche per orgoglio cittadino, come quella tra Firenze e Pisa, o per motivi sportivi all’interno della stessa città, per esempio tra quartieri coinvolti nel calcio fiorentino o tra le contrade partecipanti al Palio di Siena.
E campanilismo vi fu nel Quattrocento anche per ragioni finanziarie, per esempio tra le dinastie dei Medici e dei Borgia, o artistiche, come quella tra Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi.