Indice dei contenuti
Il governo ha annunciato una ulteriore “iniezione” di 10 miliardi di euro (fino al 2027) per contrastare il caro materiali edili e adeguare i prezzari regionali delle gare pubbliche sulla base degli aumenti dei costi.
Ricordiamo che gli aumenti delle materie prime e dei costi energetici per avviare i cantieri ha messo in ginocchio il comparto edilizio. Il precedente esecutivo Draghi ha messo in atto una sfilza di decreti Aiuti che non sono bastati a contenere la crisi in atto.
Il nuovo Fondo per gli enti pubblici
Il Fondo per l’avvio delle opere indifferibili sarà rimpinguato di 10 miliardi da spalmare fino al 2027 (500 milioni per l’anno 2023, 1 miliardo per il 2024, altri 2 per il 2025, ulteriori 3 miliardi nel 2026, infine 3,5 miliardi entro il 2027).
Il Fondo sarà a disposizione delle amministrazioni centrali e degli enti locali per cantierizzare opere edili e contrastare gli intoppi dei cantieri causati dagli aumenti dei costi che superano i preventivi.
L’accesso al Fondo avverrà su domanda da parte delle amministrazioni centrali. Mentre, gli enti locali potranno attingere anche dal Pnrr e dal Pnc.
Leggi anche: CERTIFICAZIONE SOA: L’ELENCO DEI REQUISITI PER OTTENERLA
Caro materiali: gli enti che possono accedere al Fondo
L’elenco degli enti locali potenzialmente destinatari della preassegnazione del Fondo Opere Indifferibili 2023 è disponibile online.
Le amministrazioni comunali e le Città Metropolitane potranno attivarsi per accedere al Fondo sulla base di un documento elaborato dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) che riassume le tempistiche da rispettare per ottenere la pre-assegnazione delle risorse.
Entro il 10 giugno 2023, le amministrazioni pubbliche finanziatrici individueranno l’elenco degli enti locali potenzialmente destinatarie della preassegnazione.
Gli enti locali dovranno, poi, confermare la preassegnazione attraverso la piattaforma Regis.
Leggi anche: ATTESTAZIONE SOA PER LE IMPRESE EDILI E LAVORI CONDOMINIALI: COSA È
Le grandi opere da completare in Italia: i cantieri aperti
Tra le grandi opere pubbliche ci sono i lavori da completare entro il 31 dicembre 2026 del Giubileo 2025, i cantieri per le infrastrutture dei Giochi del Mediterraneo assegnati a Taranto da concludere entro il 31 dicembre 2026, la bonifica di alcuni siti contaminati come quello di Brescia Caffaro, e tanti altri piccoli e grandi progetti.
L’allarme lanciato da Ance
Federica Brancaccio, presidente Ance (Associazione nazionale costruttori edili), ha espresso forti preoccupazioni per il blocco ancora in atto dei crediti fiscali da Bonus, che rischiano di fermare i cantieri privati.
Gli ultimi dati sui cantieri da bonus edilizia dimostrano, secondo la presidente, che le imprese hanno accelerato i lavori per maturare i crediti, ma significa anche che ora devono poterli cedere o ci saranno tanti fallimenti.
L’Ance ha chiesto un tavolo di confronto per dare una prospettiva alla politica degli incentivi e riuscire a centrare gli obiettivi.
La questione delle mancate compensazioni per gli extracosti sostenuti dalle imprese edilizie che aspettano ancora di essere pagate per i lavori del 2021 la dice lunga sulla cattiva prassi che è ancora in uso in Italia e che l’Europa si appresta a punire con un’ammenda economica.
Osserva la Brancaccio