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La coibentazione della casa è una pratica di grande importanza, che garantisce un migliore isolamento dell’immobile e conseguentemente prestazioni energetiche migliori.
La coibentazione può riguardare i muri di casa e il tetto, che per l’appunto serve a “chiudere” la casa, proteggendola dagli agenti atmosferici, ma anche da freddo e caldo.
I requisiti
Come appena accennato, la coibentazione serve a migliorare le prestazioni energetiche di un immobile, a gestire al meglio le temperature all’interno dello stesso e a garantire maggiore comfort a chi vi abita.
L’isolamento di tetto e sottotetto può essere eseguito utilizzando materiali di diverso tipo che variano in base alla collocazione esterna o interna, alle prestazioni e hanno costi differenti.
Esistono delle normative atte a regolamentare la commercializzazione di questi prodotti, che devono necessariamente avere il marchio CE e garantire una serie di requisiti in termini di sicurezza, salute e igiene per chi occuperà l’immobile e per chi entrerà in contatto con il prodotto.
Vi è poi il decreto CAM del 2017 che stabilisce i Criteri Ambientali Minimi e riguarda tutti gli appalti pubblici.
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Materiali e forme
Tra i materiali a disposizione troviamo isolanti naturali o sintetici, i primi si dividono a loro volta in materiali di origine vegetale, animale o minerale. Attualmente gli isolanti più diffusi sono: il poliuretano espanso, la fibra di legno, il sughero, la lana di roccia, la lana di vetro e la fibra di cellulosa.
Questi isolanti vengono tendenzialmente commercializzati in pannelli ma, tra le possibili soluzioni, è possibile trovare anche materiali disponibili sotto forma di schiume o fiocchi per l’insufflaggio.
Come coibentare il tetto a falde, le principali tipologie di intervento
Ecco quali sono le principali tipologie di intervento per coibentare un tetto a falde.
Coibentazione a estradosso della copertura a falda
Questa tipologia di intervento è consigliata quando il sottotetto è abitato e riscaldato e anche in caso di edifici già esistenti non precedentemente coibentati. Con la coibentazione estradosso l’isolante viene messo sottotegola, esternamente rispetto alla struttura del tetto.
Bisogna prestare particolare attenzione al mantenimento di una ottimale ventilazione dell’isolante, in modo che il vapore possa fuoriuscire senza problemi. Per ottenere questo risultato si è soliti realizzare un’intercapedine dotata di apposita struttura, solitamente in legno, che favorisca appunto la ventilazione.
Coibentazione a intradosso della copertura a falda
La coibentazione a intradosso della copertura a falda prevede la posa dello strato isolante all’interno.
Per applicare questa soluzione occorre creare una sorta di controsoffitto isolato sulla falda inclinata, garantendo il rispetto delle altezze del locale. Possono essere utilizzati sia pannelli isolanti rigidi sia rotoli di isolante, come quelli in lana, a patto che garantiscano un’ottima traspirabilità.
L’applicazione dei pannelli prevede che questi vengano incollati sul solaio o che vengano appesi appesi grazie a una struttura di sostegno.
Coibentazione a intradosso della copertura
Vi è infine la coibentazione a intradosso della copertura, questa prevede che l’isolante sia messo sull’ultimo solaio orizzontale. Anche in questo caso abbiamo una coibentazione interna, però qui l’isolante viene collocato sul pavimento del sottotetto in maniera continua. Qualora il solaio sia calpestabile, è bene scegliere con cura il materiale da utilizzare, tenendo presente la resistenza meccanica e al calpestio dello stesso.