Indice dei contenuti
Dai calcoli Eurostat, il 65% degli italiani utilizza riscaldamenti tradizionali a gas, legna o petrolio.
L’obiettivo europeo emissioni zero, fissato per il 2050, è ancora lontano, ma il terreno sulla strada della transizione energetica è ormai battuto.
Il camino a legna per molti è ancora insostituibile, anche se convertibile.
LEGGI ANCHE: Come trasformare un vecchio camino in una stufa a pellet
È pur vero che non tutte le stufe sono uguali e anche con i combustibili a legna si può risparmiare, inquinare meno, scaldare gli ambienti in modo confortevole.
Ecco alcune strategie e consigli per gestire al meglio la legna in casa.
Quali sono i camini a norma
In Italia sono ammessi solo camini o stufe a legna della categoria superiore o uguale a “4 stelle”. La materia è oggetto di disciplina delle singole regioni, a seconda delle fasce climatiche e dei livelli di altitudine.
Per esempio, nelle zone montuose del Piemonte e della Lombardia sono ammessi camini tradizionali di classe inferiore. Nelle zone pianeggianti e collinari, le autorità possono imporre sanzioni da 500 a 5mila euro. Su tutto il territorio lombardo sono ammessi modelli recenti a legna o biomasse di classificazione 4 o 5 stelle.
Le discipline normative regionali sono in itinere, in attesa della riconversione totale degli impianti domestici.
LEGGI ANCHE: Come mettere a norma un camino: la guida completa
Quanto consuma un camino a legna
Mediamente si spende circa 1,3 euro al giorno per scaldare una casa di 100 metri quadrati. Perché avremo bisogno di circa 8/10 chili di legna al giorno, che costa mediamente 13 centesimi al chilo.
In realtà, le spese variano a seconda dei seguenti fattori:
- dimensioni della casa, infissi e eventuale coibentazione;
- tipologia di camino (quello chiuso, con sistemi di aerazione e regolazione tiraggio, riduce drasticamente il consumo di legna, più dei camini aperti);
- dimensioni camino (quelli troppo grandi e aperti bruciano più legna e scaldano meno);
- qualità e volume della legna (quella umida richiede molto tempo di combustione, quella troppo secca o meno voluminosa brucia troppo rapidamente).
LEGGI ANCHE: Quanta legna consuma un camino
Come risparmiare sulla legna del camino
Le abitudini e le modalità di utilizzo di un camino possono incidere sul risparmio. Alcuni comportamenti antispreco possono aiutarci a risparmiare, inquinare meno, scaldare casa in modo più efficiente.
Ecco un po’ di consigli pratici:
Scegliere la legna giusta
Il primo passo è scegliere la giusta qualità di legna da ardere. Meglio quella che brucia lentamente ed emette poco fumo, come:
- l’acacia;
- la quercia;
- il noce.
Il castagno andrebbe bene solo se stagionato almeno due anni.
LEGGI ANCHE: Quale legna non si può bruciare nel camino e perché
Acquistare la legna giusta
È preferibile acquistare la legna da rivenditori specializzati e aziende agricole.
Acquistarla grezza e in quantità maggiori può far risparmiare parecchio. Tuttavia, per le scorte occorrono gli spazi da deposito, e per la lavorazione bisogna dedicarsi con i lavoretti manuali.
Fare attenzione a quando comprare la legna
Bisognerebbe evitare l’acquisto di legna umida e bagnata. Inoltre, meglio acquistarla in primavera, perché costa meno e possiamo permetterci tronchi più verdi, in attesa che si secchino per l’inverno.
In tal caso, andrebbe conservata in luoghi asciutti.
Non dimenticare la manutenzione del camino a legna
Una regolare manutenzione e una pulizia frequente del camino possono farci risparmiare parecchio.
Inoltre, è meglio tenere il camino chiuso quando non viene utilizzato.