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Tra le domande più curiose troviamo sicuramente: cosa c’era prima del frigorifero?
L’elettrodomestico fondamentale in ogni casa non è sempre esistito, e le tecniche di conservazione a freddo dei cibi sono state molteplici nei secoli.
Conservazione dei cibi nel passato: le tecniche
La neve e il ghiaccio hanno rappresentato per secoli, a partire dalla Preistoria, gli unici metodi di conservazione dei cibi.
C’era un vero e proprio processo di produzione e distribuzione di ghiaccio, con trasporto, stoccaggio e commercializzazione in magazzini chiamati neviere, tra il XVII e XVIII secolo.
Dal Rinascimento si iniziarono a vedere i primi edifici adibiti a ghiacciaie in cantine, corti rustiche e palazzi.
La costruzione di queste neviere era molto semplice: venivano riempite durante l’inverno con ghiaccio frantumato o neve schiacciata alternate a strati di paglia e ricoperte di foglie secche o stracci di lana.
La rivoluzione industriale portò, soprattutto in Inghilterra, alla nascita dei primi stabilimenti per la produzione di ghiaccio industriale.
In Italia, il primo arrivò a Roma nel 1880.
In Italia
Dobbiamo tornare al Seicento per vedere le prime ghiacciaie per la conservazione del pesce sulla Riviera Adriatica in Italia, mentre a Milano, quando non c’era la neve naturale, veniva prodotto il ghiaccio allagando una parte di terreno e lasciandolo congelare finché lo strato non arrivava alla giusta dimensione per poter essere trasportato.
Sempre ghiaccio e neve erano utilizzati a Genova per conservare i carichi di pesce da imbarcare.
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Il momento di svolta: l’invenzione del frigorifero
Nei secoli successivi, tra Ottocento e Novecento, le ricerche scientifiche sull’argomento si intensificarono: Nicolas Léonard Sadi Carnot aveva studiato già da tempo la conservazione del cibo in frigorifero, mentre Carl Paul Gottfried von Linde si occupò della liquefazione dell’aria e della separazione industriale dell’azoto, dell’ossigeno e dai gas nobili.
Il percorso di creazione del frigorifero fu lungo e articolato: la prima macchina refrigerante artificiale fu brevettata nel 1748 da William Cullen, mentre, nel 1805, Oliver Evans progettò la prima macchina refrigerante basata sul vapore al posto del liquido.
Jacob Perkins creò nel 1834 il primo frigorifero domestico, con sistema di compressione.
Il francese Ferdinand Carré inventò nel 1859 il sistema di raffreddamento grazie ad un liquido refrigerante. Esisteva un processo per cui l’ammoniaca, che era il liquido intermedio, si trasformava in calore e successivamente in condensa, portando al raffreddamento della macchina.
Tuttavia, il liquido risultò corrosivo quindi venne sostituito nel 1931 da freon, idrocarburi alogenati che però risultarono comunque dannosi. Seguirono altri liquidi refrigeranti a più basso impatto ambientale.
Il frigorifero negli anni Cinquanta
Le prime grandi aziende metalmeccaniche come General Motor, Fiat e Bosch costruirono i primi apparecchi per uso famigliare, all’epoca molto costosi.
Nel 1974, arrivò la teoria di due scienziati americani, Sherwood Rowland e Mario Molina (Nobel per la chimica nel 1995 insieme a Paul Crutzen), secondo cui l’industria del freddo, a causa dell’utilizzo di cloro, avrebbe dovuto porre più attenzione nei confronti della problematica del buco dell’ozono.
Così, dal 1984 in poi, si iniziarono a utilizzare anche altri gas, mentre nel 1998, alla Conferenza di Kyoto, si decise di includere anche i refrigeranti Hfc tra le sostanze responsabili dell’effetto serra.
Una lunga storia di scoperte scientifiche e tecnologiche a cui non si pensa mai in questa parte di mondo in cui la presenza in casa del frigorifero è quasi scontata.
Una storia, che non è ancora finita.