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Prima che venisse incoronato re, quando ancora era Principe del Galles, Carlo III rimase affascinato da un luogo magico: una villa italiana Cinquecentesca.
Se ne innamorò al punto da chiedere di poter esaudire un desiderio: dormire nella villa in occasione di una visita in Italia avvenuta insieme agli studenti della Scuola Estiva di Architettura Civile.
Di quale luogo stiamo parlando e dove si trova?
Villa Lante a Bagnaia, il luogo del cuore di Re Carlo III
Stiamo parlando di Villa Lante: si trova a Bagnaia, frazione di Viterbo, ed è uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Sculture e grotte perfettamente integrate all’ambiente naturale sono una delle caratteristiche dei giardini manieristici. Villa Lante ne è un esempio, insieme al Palazzo del Tè di Mantova e a Villa d’Este a Tivoli.
Con le sue cascate, le fontane e i suoi 22 ettari, questa magica location ha conquistato il cuore di Re Carlo III, e non c’è da stupirsene: nel 2011 Villa Lante è stata votata “Parco più bello d’Italia“.
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La sua costruzione cominciò nel 1511, originariamente pensata come casino da caccia, ma fu portata a termine intorno al 1566 dall’architetto Jacopo Barozzi, su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Fu proprio l’architetto a progettarne la trasformazione in villa cinquecentesca, così come la conosciamo ora.
Cosa vedere e come visitare Villa Lante
Gli spettacolari giardini, i quali costituiscono l’attrazione principale della villa, con i loro viali, i giochi d’acqua e la Fontana dei Mori del Giambologna, quasi nascondono l’edificio vero e proprio, anzi: i due edifici.
Ebbene sì, sono due palazzine gemelle (anche se costruite in tempi diversi) a comporre la villa, la palazzina Gambara e Montalto, simmetriche rispetto all’asse centrale del giardino che domina l’intera composizione attraverso il percorso d’acqua.
Le logge degli edifici Gambara e Montalto, che ospitano affreschi di grandi artisti, tra i quali Zuccari e Antonio Tempesta, sono attualmente visitabili dal martedì alla domenica, insieme al giardino all’italiana.
L’ingresso al parco pubblico è invece libero, ma è necessario ritirare comunque il biglietto gratuito.