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La manutenzione della caldaia è una spesa necessaria per evitare esborsi ben più onerosi in futuro. Oltretutto il controllo della caldaia è obbligatorio e prevede una serie di operazioni che spettano solo a un tecnico abilitato. Ma cosa succede quando la caldaia va in blocco? Il solo sospetto potrebbe spingerci ad abbandonare il prima possibile la casa. In realtà, le cose non stanno così. Non oggi, perché le caldaie di ultima generazione sono testate per garantire il massimo della sicurezza domestica.
Inoltre, dopo il controllo periodico di manutenzione previsto dalla legge, con disposizioni che variano da una regione all’altra, il tecnico deve rilasciare obbligatoriamente il “bollino blu” con il rapporto di controllo e qualità dei fumi.
La caldaia in blocco è pericolosa?
La caldaia in blocco, specie d’inverno, è più fastidiosa che pericolosa. Si resta lì, appesi al doccione, magari col bagnoschiuma addosso, e l’acqua ghiacciata a prova di Lewis Pugh, il campione mondiale di endurance titolare dell’impresa a nuoto nell’Antartide per sensibilizzare sugli effetti del riscaldamento globale.
Ma nella maggior parte dei casi non dovremmo fare imprese titaniche o allarmarci, perché quando accade, la caldaia va in blocco di sicurezza, ed è possibile ripristinarla con interventi fai-da-te, in attesa di un eventuale intervento di un tecnico specializzato.
La caldaia in blocco non è dunque pericolosa nell’immediato, ma non deve neppure essere un problema trascurabile. Bisogna innanzitutto capire cosa possa aver fatto scattare il meccanismo di sicurezza, nella piena consapevolezza in cui si sappia cosa fare. In caso di mancato ripristino, contattare il servizio clienti del gestore.
In genere va in blocco per la presenza di calcare, per l’interruzione del gas, per danni al sistema elettrico, per bassa pressione dell’acqua o eccessiva aria nei radiatori. Anche la scarsa manutenzione o rottura delle valvole possono far scattare il blocco della caldaia.
Possiamo provare a riattivarla premendo il tasto “reset”. Ancora: possiamo aumentare la pressione dell’acqua facendo ruotare la manopola dell’acqua, e cercando di non superare la pressione sopra i 2 bar. In caso di superamento del valore, potremmo procedere facendo sfiatare un termosifone di casa.
Questo è ciò che possiamo fare. Oltre tali tentativi, dovremo contattare un tecnico, senza troppe ansie o inutili allarmismi.
Quando preoccuparsi per la caldaia
La caldaia può essere un pericolo in determinate circostanze, piuttosto riconoscibili. Possono accadere quando la caldaia è troppo vecchia o la manutenzione ordinaria non è stata eseguita, o non fatta in modo corretto. Ecco come riconoscere il pericolo:
- Fuoriuscita di gas (l’odore è il primo campanello d’allarme);
- Puzza di bruciato per cortocircuito elettrico.
In questi casi bisogna immediatamente contattare un tecnico per evitare intossicazione o esplosione per fuoriuscita di gas o avvelenamento da monossido di carbonio, il “killer silenzioso”, soprattutto negli ambienti scarsamente areati.
Il monossido è inodore, ma una fuoriuscita del gas può provocare sonnolenza, nausea e giramenti di testa. In caso di sospetta fuga e sintomi, bisogna:
- Areare l’ambiente aprendo porte e finestre;
- Disattivare l’impianto, staccare la corrente alla caldaia;
- Evitare di produrre scintille o fiamme, non premere pulsanti della luce;
- Evacuare rapidamente l’edificio.